Sono già 4 in due mesi i morti annegati nel lago di Garda
Purtroppo ogni anno se ne deve parlare, perché anche sui nostri laghi, nonostante controlli e campagne di sensibilizzazione, non mancano i casi in cui una giornata di svago o di vacanza si trasforma in tragedia.
Lago di Garda
Sono già cinque i morti nel lago di Garda nel corso del 2024. Di questi, quattro sono annegati. L’ultimo dramma nei giorni scorsi: una donna di 56 anni e il figlio di 19, profughi ucraini residenti in Trentino, sono annegati a Riva la sera del 16 luglio. Erano entrati in acqua per un bagno e non sono più riemersi. Li hanno recuperati il giorno dopo i Vigili del fuoco.
La sera prima, il 15 luglio, era annegato a Torri del Benaco, sulla sponda veronese, un cittadino dello Sri Lanka di 44 anni, inghiottito dalle acque durante un bagno notturno. Il 22 giugno era morto al largo di Gargnano, dopo un tuffo dalla sua barca, Tommaso Zhu, all’anagrafe Zhu Guozheng, anche lui 44enne, barista a Toscolano Maderno. Il suo corpo fu recuperato quattro giorni dopo dai Volontari del Garda. La quinta vittima, che non rientra nella casistica degli annegamenti, è un 59enne tedesco colto da un malore a fine marzo mentre si trovava in barca a Torbole.
Il bilancio dal 2019
Negli ultimi sei anni, dal 2019 ad oggi, sul più grande lago italiano sono 51 i decessi (sono esclusi i suicidi), quasi tutti annegati. Il 2022 è stato un anno nero per la balneazione sul Garda, con ben 15 morti. Sono dati ufficiali diffusi dalla Guardia costiera, presente sul Benaco da 25 anni. Le statistiche non ne danno conto, ma sono molte di più le vite salvate grazie ai provvidenziali interventi dei guardacoste di stanza a Salò, agli ordini del comandante Antonello Ragadale, che dal 2019 ad oggi hanno effettuato sul Garda 651 interventi di soccorso, assistendo 470 mezzi e soccorrendo ben 1.308 persone.
Tantissimi i velisti, i surfisti o gli sportivi sorpresi dal temporale e recuperati mentre erano allo stremo delle forze. Eppure basterebbe consultare una qualsiasi app meteo per evitare rischi enormi oltre che inutili.
Lago di Iseo
Passando al Sebino, le statistiche restituiscono una situazione migliore. Quest’anno la casella degli annegamenti è fortunatamente ancora vuota, mentre nel 2023 ci fu un unico incidente mortale, una tragedia che è ancora aperta, poiché il corpo di Chiara Lindl, la ragazza tedesca che il 3 settembre cadde nel lago al largo di Pisogne durante una gita in barca con gli amici, non è mai stato trovato, nonostante ripetute campagne di ricerca. La ventenne pare si fosse posizionata a prua, dove probabilmente non c'era uno spazio adeguato per stazionare, e poi un’amica più grande, che si era messa ai comandi pur non avendo la patente, avrebbe improvvisamente accelerato. Fatto sta che Chiara finì in acqua e non si esclude che possa aver battuto la testa contro la barca.
Il quadro delle indagini ha evidenziato che sarebbero state infrante una serie di regole nautiche che vanno rispettate per procedere in sicurezza quando si naviga sul lago. A nulla valgono i presidi di sicurezza, da quest’anno presenti sul Sebino in numero rafforzato, se di base i natanti (o meglio chi li conduce) non rispettano le regole. Da questa stagione estiva infatti, oltre ai Carabinieri, alle Polizie provinciali di Brescia e Bergamo ed alle associazioni di volontariato, sono di stanza sul Sebino anche i Vigili del fuoco e la Guardia di Finanza. Il lago è presidiato a 360° e si spera che in questo modo anche i comportamenti errati, forieri di possibili incidenti, possano essere evitati.
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