Soldi per aggiustare le sentenze: condannati giudice e imprenditore
Otto anni per non essersi astenuto da un procedimento tributario che vedeva imputato un cliente del suo studio. A tanto è stato condannato il commercialista di origini potentine Donato Arcieri, in veste di giudice tributarista in tre delle 26 sezioni lombarde.
Al professionista, accusato di corruzione in atti giudiziari, il tribunale ha confiscato anche 160mila euro e imposto di versarne altrettanti al ministero dell’economia e delle finanze a titolo di risarcimento danni.
Cinque anni e quattro mesi mesi il collegio presieduto da Roberto Spanò (Maria Chiara Minazzato e Wilma Pagano a latere) ha inflitto invece a Luigi Bentivoglio, l’imprenditore di Rovato accusato di aver corrotto il giudice con una tangente da 160mila euro perché risolvesse a suo favore un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate. L’imprenditore è stato condannato a sua volta a risarcire il Mef con un importo pari al prezzo della corruzione. Entrambi non potranno più avere a che fare con la pubblica amministrazione.
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