Sicurezza, a Darfo sì bipartisan all’introduzione del Daspo urbano

Giuliana Mossoni
Per il sindaco Colossi «la nostra situazione non è certo diversa da quella nazionale»
Il municipio di Darfo Boario Terme - © www.giornaledibrescia.it
Il municipio di Darfo Boario Terme - © www.giornaledibrescia.it
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Se a Brescia il Daspo urbano è oggetto di polemiche da mesi, a Darfo Boario Terme è invece operativo da fine luglio.

Il Consiglio comunale, all’unanimità, ha infatti approvato lo strumento che offre una carta in più alle forze di polizia per il controllo dell’ordine pubblico. Si tratta di una misura che non vale su tutto il territorio comunale, bensì nelle aree più sensibili e pericolose, come scuole e parchi, piazzale Einaudi e parco giochi di Boario, sottopassi pedonali, centro congressi e limitrofi, parco di fronte all'hotel Brescia e fontana di via Turla.

Sicurezza

Il Daspo urbano, inserito nel regolamento di Polizia urbana, prevede alcune aree nelle quali, a seguito di un «comportamento lesivo dell’ordine pubblico», è consentita una sanzione amministrativa e il conseguente allontanamento per 48 ore (la questura può estendere la durata del provvedimento fino a 12 mesi).

«La situazione a Darfo non è diversa da quella nazionale - afferma il sindaco Dario Colossi -. Abbiamo strutture di accoglienza e integrazione e un centro di accoglienza straordinaria per 25 persone, più altre 80 in accoglienza straordinaria. Sono presenti alcuni extracomunitari senza fissa dimora e dei minorenni, sia italiani sia di seconda generazione, che sono vivaci, diciamo così. Situazioni tutte conosciute e monitorate. Il lavoro delle forze dell’ordine e della Locale non si è mai interrotto, così come l’attività di repressione dei comportamenti delittuosi, che ha portato all’espulsione di un soggetto che causava enormi problemi di ordine pubblico. Di conseguenza, oggi viviamo una situazione più tranquilla».

Il gruppo di minoranza La Civica ha votato l’introduzione del Daspo, visto che, negli ultimi mesi, soprattutto Boario, «ha visto aumentare le attività di spaccio e la microcriminalità, a discapito di commercianti, attività turistiche e dei cittadini, che hanno il diritto di vivere in sicurezza. Ci spiace però che il percorso di creazione di un commissariato di polizia di Stato, per cui ci eravamo impegnati con questura e Comunità montana, sia arenato».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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