Si parte con il Piano aria e clima a Brescia: -55% di Co2 entro il 2030
Il «Piano aria e clima» è pronto. Dopo un anno di «percorso partecipato», a partire da marzo, nella primavera del 2026 potrà muovere i suoi passi realizzando quello che per l’Amministrazione guidata da Laura Castelletti rappresenta «il cuore della transizione ecologica di Brescia».
Approvato dalla Giunta a novembre dell’anno scorso, il Piano si pone l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria – riducendo le emissioni di Co2, Pm2,5, Pm10, biossido di azoto e ozono – e di mitigare gli effetti del cambiamento climatico in città.
Le fasi
I dettagli del percorso per definire e realizzare il Piano aria e clima sono stati presentati per la prima volta al pubblico ieri al teatro Borsoni. Saranno tre le fasi del Piano. Il 2025 sarà l’anno in cui ideare con la cittadinanza le azioni da realizzare poi nel periodo 2026-2029, quando il Pac entrerà nel vivo. Al 2030, infine, l’ambizione è di cominciare a raccogliere i primi frutti: per quella data dovranno essere diminuite del 55% le emissioni di Co2 rispetto ai livelli del 2010, con l’obiettivo di azzerarle entro il 2040, data in cui Brescia dovrà diventare «Città amica del clima», dieci anni prima della scadenza europea del 2050.
Worshop ed incontri
Prima però ci sono da definire i contenuti, già dai primi appuntamenti del «percorso partecipato» in programma il 6, 7 e 8 marzo: «In quelle date avvieremo i primi workshop con realtà e associazioni», ha spiegato l’assessora all’Ambiente, Camilla Bianchi. «Andremo poi sui territori con cinque assemblee pubbliche e dopo l’estate ci ritroveremo per altre tre giornate di workshop.
Ogni anno ci sarà un monitoraggio costante del Piano». Una parte del Pac è già operativa: «Due tavoli di lavoro di esperti e tecnici che coinvolgono le Università Statale e Cattolica, stanno lavorando per creare la fotografia che ci consentirà da marzo di coinvolgere la cittadinanza», ha spiegato Bianchi. Oltre al miglioramento dell’aria, obiettivi sono anche «rendere la città più efficiente dal punto di vista energetico e cercare di adattarla ai cambiamenti climatici».
A più voci
Il Pac dovrà essere il più condiviso possibile: «Non è una sfida amministrativa in solitaria, ma deve essere una sfida che compie l’intera comunità – ha detto la sindaca di Brescia, Laura Castelletti –. E non dimentico il rapporto solido con le imprese: per la transizione ecologica devono essere coinvolti tutti». In platea al Borsoni anche esponenti dell’opposizione in Consiglio comunale: «Mi fa piacere che siano qui, è una questione davvero trasversale», ha detto Bianchi.
L’incontro di presentazione del Pac si è aperto con un confronto tra l’assessora all’Ambiente di Brescia e gli omologhi di Milano, Bergamo e Verona, città alle prese anch’esse con piani per la transizione ecologica. Nel capoluogo lombardo il Piano aria e clima è stato approvato nel 2022:
«Siamo quattro città accomunate da una qualità dell’aria che non va bene, per cui abbiamo l’obbligo di fare queste cose: dalla depavimentazione dei suoli alla mitigazione dell’effetto delle isole di calore, dall’efficientamento energetico alla riduzione delle auto», ha detto l’assessora all’Ambiente del Comune di Milano, Elena Grandi. Con lei gli omologhi di Bergamo e Verona, Oriana Ruzzini e Tommaso Ferrari: «Non possiamo pensare che arrivare a emissione zero e trasformare le nostre città sia facile e non richieda un cambio di abitudini», ha detto il secondo.
Luca Mercalli
Alla fine della presentazione, l’intervento del climatologo Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana: «Brescia come tante città del bacino padano si è già scottata con temi ambientali. Errori da cui imparare per non ripeterli e per fare da capofila nel mostrare come si costruisce la sostenibilità ambientale, in un momento in cui nel mondo il tema perde consensi».
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