Separazione carriere: Anm sciopera ed è scontro con le Camere Penali
Magistrati in toga e coccarda tricolore alle cerimonie per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario, pronti a uscire dall’Aula quando prenderà la parola il ministro Carlo Nordio o un suo delegato e, soprattutto, a incrociare le braccia il prossimo 27 febbraio per una giornata di sciopero.
L’Anm ha deciso le prossime forme di protesta contro la separazione delle carriere, la riforma fortemente voluta del centrodestra che ha avuto il primo via libera alla Camera giovedì. Le varie iniziative di protesta sono state decise dal Consiglio direttivo centrale dell’Associazione, l’ultimo a guida Giuseppe Santalucia, che si è riunito a Roma. Tra queste, anche l’indicazione ai magistrati di riunirsi all’esterno delle aule prima dell’inizio della cerimonia per mostrare dei cartelli con una serie di frasi tratte da un testo significativo sul valore della Costituzione.
Le Camere Penali
«L'Anm ha deciso di protestare contro la riforma della separazione delle carriere conducendo l'intera magistratura non solo contro il Governo ma anche contro il Parlamento che quella legge sta approvando, in uno scontro istituzionale che rischia non solo di alterare ancora una volta i necessari equilibri fra i poteri dello Stato ma di compromettere l'immagine stessa della magistratura». Lo comunica la Giunta delle Camere Penali, di cui fa parte anche l’avvocato bresciano Andrea Cavaliere.
«Il sindacato delle toghe ha deliberato uno sciopero dando indicazioni ai magistrati di uscire dall'aula ove si terrà l'inaugurazione dell'anno giudiziario quando il Ministro prenderà la parola. Lo faranno impugnando provocatoriamente una copia della Costituzione dimenticando che è proprio l'art. 111 di quella Costituzione che vuole che il processo si svolga davanti a un giudice terzo. E terzo è solo quel giudice che non ha alcun vincolo e colleganza con il pubblico ministero»., prosegue il comunicato.
«La separazione delle carriere mira a realizzare questa condizione necessaria per l'attuazione del codice accusatorio e del giusto processo nell'interesse della giustizia e di tutti i cittadini. E saranno i cittadini con il loro voto, dopo quello del Parlamento, a dire quale giustizia e quale magistratura desiderano per il futuro del nostro Paese».
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