Sei consorzi forestali tra viabilità, frane e bostrico

In Valcamonica vi lavorano circa 180 persone, tra operai, tecnici e amministrativi, con un fatturato complessivo annuo di circa 25 milioni
Una superficie forestale di 66mila ettari
Una superficie forestale di 66mila ettari
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La Valcamonica possiede una superficie forestale di quasi 66mila ettari, suddivisa su 40 comuni, con i più boscosi che sono Corteno, con 4.800 ettari, Edolo 3.550, Bienno 3.300 e Saviore con 2.840. Grazie al contributo della Comunità montana, tutti i boschi comunali gestiti dai consorzi, per più di 37mila ettari, sono certificati Pefc (è la quarta area in Italia). A gestire i boschi camuni oggi sono principalmente i sei consorzi forestali: Due Parchi, Alta Valcamonica, Allione, Pizzo Badile, Pizzo Camino e Bassa Valle, che si occupano principalmente di viabilità, frane e bostrico. Vi lavorano circa 180 persone, tra operai, tecnici e amministrativi, con un fatturato complessivo annuo di circa 25 milioni. Il primo consorzio, nato nel 1995, è quello di Edolo (Alta Valle).

«I consorzi forestali hanno costituito uno strumento di gestione importante del territorio camuno - spiega Gian Battista Sangalli, direttore settore Bonifica della Comunità montana -. Se non ci fossero stati, la nostra zona sarebbe meno sicura, curata e bella. La scommessa è stata vinta, facendo perno sulla Comunità montana, che li ha sempre sostenuti politicamente ed economicamente insieme ai Comuni. È un modello che ci ammirano in regione e fuori. I nostri boschi sono abbandonati, perché ai proprietari non interessano più, e l’associazionismo forestale è condizione necessaria per una gestione attiva».

Oggi i sei consorzi sono in fase di ulteriore evoluzione: visti i progetti che stanno portando avanti e la mole di lavoro, sono tutti in espansione anche dal punto di vista strutturale. Il Due parchi, che gestisce la segheria Legno Vivo, sta ampliando la sua unità produttiva a Stadolina (cippa il legname di scarto per conto di tutti i consorzi, conferendolo alla centrale a biomassa Sosvav). Il consorzio Alta Valle sta per realizzare un impianto di pellettizzazione con il legname di scarto, per poi commercializzarlo direttamente; il progetto è già finanziato sul bando Arest, per questo è necessario ampliare e potenziare la sede di Edolo. L’Allione da tempo ha in gestione un ostello, il giardino botanico Vivione, un impianto di piccoli frutti e una centralina a biomassa, che produce energia per il consorzio stesso e per il Comune.

Il Pizzo Badile ha già firmato i documenti per trasferire la sede da Ceto a Niardo, con nuovo magazzino per realizzare una filiera di stagionatura del legname di pregio tagliato in Valle e venderlo alle falegnamerie. Anche il Pizzo Camino di Borno è alla ricerca di una nuova sede e verrà trasferito provvisoriamente nelle ex scuole del paese, mentre quello della Bassa Valle ha traslocato l’anno scorso da Darfo alla Sacca di Esine, con l’obiettivo di concentrarsi sul taglio del legname certificato di castagno, per poi commercializzarlo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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