Secondo elementi investigativi, Giacomo Bozzoli si trova all’estero
Secondo gli ultimi accertamenti validati da risultanze investigative, Giacomo Bozzoli potrebbe trovarsi all’estero. Questa la convinzione degli inquirenti in merito al 39enne bresciano condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio e svanito dopo la condanna definitiva all’ergastolo. Durante le perquisizioni effettuate ieri nella casa di Soiano del Garda dove Giacomo Bozzoli risulta residente con moglie e figlio i carabinieri hanno sequestrato i dispositivi informatici e ogni altra fonte di prova. Elementi ritenuti utili per rintracciare il 39enne.
Dopo la perquisizione di ieri sera nella casa di Giacomo Bozzoli e della compagna a Soiano del lago, oggi le indagini sulle tracce del ricercato si spingono quindi sui fronti dei collegamenti elettronici con il fuggitivo. A partire dal 23 giugno non sarebbero state usate carte di credito riconducibili alla famiglia o utenze telefoniche, e neppure i varchi elettronici sulle strade hanno registrato ulteriori transiti della targa della Maserati Levante nera. L’ultima segnalazione afferisce allo spostamento dell’auto da Desenzano in direzione Verona. Resta da appurare se alla guida ci fosse effettivamente Giacomo oppure una terza persona in un quadro di plausibile depistaggio.
La rete dei contatti
Con l’emissione del mandato di cattura internazionale si vanno poi intensificando anche la presa di contatto con tutti i soggetti che a diverso titolo hanno avuto a che fare nel tempo con il 39enne, fermo restando che anche nella fase di indagine dei due gradi di giudizio era emerso come il giovane imprenditore di Marcheno disponesse di una decina di utenze telefoniche intestate a stranieri del tutto ignari della cosa. Un fattore che complica ulteriormente la ricerca e che pone Giacomo Bozzoli come una figura tutt’altro che impreparata e non organizzata.
Ovviamente in questa fase i controlli sono estesi ad ogni livello nella consapevolezza che la latitanza gestita per tre persone appare tutt'altro che facile e certo non economica. Difficile non ipotizzare supporti di terzi su cui, appunto, si indaga.
Le possibilità
Dalla perquisizione domiciliare durata ieri sera oltre 40 minuti a Soiano non sarebbero emerse evidenze significative. Anche in questo caso le bocche degli inquirenti restano cucite. Qualora fosse stato realizzato un accordo tra Giacomo Bozzoli e la magistratura all’indomani della sentenza della Cassazione, la latitanza prolungata del 39enne porrebbe una seria ipoteca sull'ipotesi di una reciproca disponibilità alla soluzione più comoda per le parti.
Le voci che si inseguono che vorrebbero il 39enne pronto a consegnarsi in carceri meno dure rispetto a Canton Mombello, dove verrebbe collocato inizialmente, non trovano ad ora conferme: oggi pare quindi una giornata interlocutoria anche se come in tutta questa vicenda il colpo di scena resta sempre dietro l'angolo.
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