Se il lumezzanese e il ladino creano un ponte tra stelle e terra
Allo scopo di promuovere la conoscenza del cielo visibile a tutti l’Osservatorio Serafino Zani ha ideato un progetto inedito intitolato «Idiomi celesti». Per incuriosire in particolare le comunità delle valli alpine ha proposto un ponte tra terra e cielo fatto di parole, quelle delle lingue locali e dialettali.
Queste parole saranno scritte e registrate in lingua ladina e in dialetto lumezzanese. Chissà che questa iniziativa possa stimolare altri enti. Potrebbero farsi promotori di analoghe attività nelle parlate locali.
Le traduzioni
Le prime trasposizioni audio in ladino e in lumezzanese sono state dedicate ad un oggetto simbolo del cielo buio, la Via Lattea. La nostra galassia si vede solo dove le luci non cancellano le stelle e nel dialetto valgobbino diventa la «Bià dele htele». Invece nella lingua ladina è stata tradotta con la seguente espressione «La Via Latea, noscia galassia».
Un’altra traduzione preparata per il progetto astronomico spiega invece che cos’è l’inquinamento luminoso, tema al quale l’Osservatorio Serafino Zani ha dedicato numerose iniziative fin dalla sua nascita. Si tratta di un invito a ridurre gli sprechi, «spegni la luce ed accendi il cervello», ovvero «hmorha la luce, empeha ‘l hervel».
I file audio sono allegati alla newsletter «Lume online», dedicata al progetto «Idiomi celesti», pubblicata sulla pagina www.zanihome.it: qui si possono trovare, quindi, i testi originali, tradotti e, di seguito, gli audio. Le registrazioni in lingua ladina e in dialetto sono a cura di Francesca Limiroli, divulgatrice della scienza del cielo che vive nella Valle di Fassa, e Ivan Prandelli, da molti anni animatore della specola valgobbina.
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