Scontro di perizie su Garlasco, analisi su nuovi reperti

I dubbi erano già stati sollevati più volte negli ultimi dieci anni, quelli passati dalla sentenza definitiva che ha condannato Alberto Stasi. Ora la Procura di Pavia è convinta di avere «elementi nuovi» da verificare su Andrea Sempio, amico di sempre del fratello di Chiara Poggi, già finito nel mirino due volte di fatto e archiviato.
Snodo centrale della nuova inchiesta sarà quel match tra il Dna prelevato al 37enne e i risultati conservati delle tracce genetiche trovate su unghie e dita della studentessa. Difficile che già oggi gli inquirenti, nelle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, dispongano, con fissazione e relativi avvisi, l'accertamento irripetibile. Ci vorrà un po' di più e sarà anche la settimana in cui potrebbero riprendere le audizioni di testimoni e ci sono da ascoltare di nuovo anche i genitori di Chiara. Proseguirà pure la caccia ai reperti, in gran parte distrutti o introvabili, come pigiama, tappetino del bagno o la tastiera del pc, per possibili altre comparazioni biologiche anche col Dna di Sempio, mentre qualche oggetto che stava nella villetta sta spuntando fuori dalle varie sedi investigative o giudiziarie.
A breve, comunque, si darà il via agli esami genetici, con la Procura che dovrebbe rimettere in campo Carlo Previderè, l'esperto del caso Yara, che ha già firmato una prima consulenza, dopo quella della difesa Stasi coi legali Giada Bocellari e Antonio De Rensis, sulla leggibilità delle tracce trovate su Chiara, concludendo che «uno dei cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima».
Materiale, per i pm, non da contatto mediato da un oggetto, come la tastiera, anche perché il pc dei Poggi risultava spento da tre giorni prima dell'omicidio. Per la Procura, potrebbe essere il Dna dell'aggressore e anzi andrebbe analizzato anche un secondo profilo genetico rimasto ignoto. Ha già fatto sapere, intanto, che dovrebbe affiancare i difensori di Andrea Sempio Massimo Lovati e Angela Taccia, l'ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano. «Le tracce di dna trovate sotto le unghie della povera Chiara non erano idonee per una identificazione personale», è stato il suo netto commento.
Oggi il legale dei Poggi, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, dovrebbe depositare la nomina come parte offesa della famiglia, che si è sempre affidata allo storico consulente Marzio Capra. La posizione dei genitori e del fratello di Chiara, Marco è ben riassunta dalle parole del legale: «Dopo la sentenza passata in giudicato, della vicenda se ne sono occupati una quarantina di magistrati, tutti sostenendo la piena responsabilità di Stasi». Stasi comunque spera, mentre Sempio proverà in questi giorni, se si abbasserà il clamore mediatico, a tornare a lavorare e a ritrovare una parvenza di normalità.
Pure le nuove indagini, tra l'altro, devono fare i conti col fatto che la troppa pressione dei media rischia di danneggiarle, anche perché ai testimoni già si chiede lo sforzo di fare un salto indietro nel tempo di 18 anni. Un'altra consulenza, infine, sarà disposta sull'ormai nota impronta di scarpe, così come ci saranno analisi su tutte le tracce comparabili e saranno rivalutate le impronte, una ad una. In una relazione tecnica, firmata dal consulente Oscar Ghizzoni nel 2020, per conto dell'allora legale di Stasi, Laura Panciroli, si diceva che sul dispenser del sapone in bagno, oltre alle due impronte attribuite con certezza a lui, ci sarebbe stato anche un "frammento papillare" denso "di informazione dattiloscopica" ma mai "utilizzato per un successivo confronto".
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