Sciopero del trasporto pubblico locale, a Brescia adesione al 70%

La mobilitazione è stata indetta dai sindacati di base per chiedere il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro del settore
Trasporto, tra sciopero nazionale e rivendicazioni locali
AA

L’eco dello sciopero nazionale del trasporto pubblico locale arriva fino a Brescia, dove si innesta nei problemi cronici del comparto in città e in provincia. In Brescia Trasporti si è registrato almeno il 70% di adesione alla mobilitazione indetta dai sindacati di base per chiedere il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro del settore e per contrastare l’erosione del potere d'acquisto degli stipendi, aggravata dall’inflazione.

  • I sindacalisti parlano dello sciopero
    I sindacalisti parlano dello sciopero - © www.giornaledibrescia.it
  • I sindacalisti parlano dello sciopero
    I sindacalisti parlano dello sciopero - © www.giornaledibrescia.it
  • I sindacalisti parlano dello sciopero
    I sindacalisti parlano dello sciopero - © www.giornaledibrescia.it
  • I sindacalisti parlano dello sciopero
    I sindacalisti parlano dello sciopero - © www.giornaledibrescia.it

Gli autisti bresciani, che denunciano un incremento salariale insufficiente e condizioni di lavoro sempre più precarie, hanno dato forma plastica alla protesta riunendosi davanti al deposito della municipalizzata. Mentre i conducenti degli autobus rientrano in via San Donino aderendo alla protesta (diversi i disagi, sono state però garantite come di consueto le fasce di garanzia), Maurizio Murari dei Cobas spiega: «A livello nazionale sembrava ci fosse un accordo, che era già al ribasso e sul quale non eravamo contenti, ma le trattative si sono fermate e ora non sappiamo neppure se avremo quelle briciole».

In città, a fronte di aggressioni frequenti e turni sempre più forzati, lo scorso anno i dipendenti di Brescia Trasporti avevano tirato il fiato grazie ad un premio di 2500 euro «ottenuto anche grazie alle tante mobilitazioni. Ma per quest’anno non è stato garantito. Così restiamo senza contratto nazionale e senza premio. Per questo motivo riprenderemo le proteste», prosegue Murari.

Non è solo questione di soldi, però. Alla base dei malumori ci sono anche i rischi legati alla sicurezza e al lavoro dequalificato. «Siamo costretti a raccogliere varie forme di disagio - spiegano i dipendenti - e finiamo nel mirino di rabbia e violenza». Per far fronte al rischio violenza e aggressioni si sta anche discutendo di modifiche ai posti guida degli autobus, che potrebbero essere forniti di box chiusi e, dunque, inaccessibili agli utenti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.