Sciopero del 29 novembre, Salvini ha firmato la precettazione

La Redazione Web
Il ministro dei trasporti ha deciso di precettare lo sciopero riducendo l’astensione a 4 ore: secondo i sindacati la decisione lede un diritto dei lavoratori
L'incontro di Matteo Salvini con i sindacati - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
L'incontro di Matteo Salvini con i sindacati - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, durante la riunione al Mit nel pomeriggio del 26 novembre, ha firmato la precettazione per lo sciopero di venerdì 29 novembre.

La notizia era nell’aria da qualche ora, anche in seguito alla richiesta del Codacons, che aveva diffuso una nota nella quale si rivolgeva direttamente al ministro: «Se non sarà trovato un accordo con i sindacati di categoria, il Governo deve ricorrere allo strumento della precettazione per obbligare i lavoratori a ridurre la durata della protesta a 4 ore, così come indicato dalla Commissione di garanzia degli scioperi».

Il ministro Salvini

Nel pomeriggio Matteo Salvini aveva detto a proposito dello sciopero che cade «guardacaso di venerdì» (come si è letto in una nota del Mit): «In 25 mesi di governo 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno. Esiste il diritto allo sciopero per i sindacalisti, esiste anche il diritto alla mobilità, alla salute ed al lavoro di tutti gli altri italiani».

La risposta della Cgil

«Attenderemo gli atti, li valuteremo e poi la necessità sarà quella ovviamente di impugnarli e di procedere nella direzione che già purtroppo abbiamo avuto modo di riscontrare in precedenti scioperi generali». Così la segretaria nazionale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, parlando con i giornalisti al termine della riunione. «Se faremo ricorso al Tar? Valuteremo in virtù di come sarà argomentata (la precettazione). Chiaramente ci sarà un ricorso al Tar, ma non escludiamo neanche di approfondire tutte le vie necessarie alla tutela in primis dello sciopero generale e dei lavoratori a cui viene leso questo diritto».

«Prendiamo atto – ha proseguito Gabrielli – che in questo tentativo di conciliazione per il quale siamo stati convocati, il ministro non era interessato a conoscere le ragioni tecniche e normative e le motivazioni del perché abbiamo ritenuto di confermare lo sciopero generale nei tempi e nelle modalità che con cui lo abbiamo proclamato». Sempre a detta della segretaria della Cgil «il ministro ha confermato la sua volontà di aderire alla segnalazione fatta dalla Commissione di garanzia», ma «senza dare elementi di come in realtà si sia arrivati a poter dire che siamo di fronte a una violazione e a un grave pregiudizio di questa natura. Si potevano trovare altre modalità di confronto, evidentemente però non si ha interesse a trovarle».

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