Scambio di auguri tra il vescovo Tremolada e la Comunità islamica
Il vescovo Pierantonio Tremolada, insieme al Coordinatore dell’Area Pastorale per la Mondialità, don Roberto Ferranti, ha accolto per un momento di scambio di auguri una delegazione del Centro Culturale Islamico di Brescia, guidata da Sheik Amin Al Azmi (Imam del Centro di via Corsica) che ha confermato, nel nome del rispetto, della stima e dell'amicizia, «il legame e il percorso di dialogo intrapreso. Come la Chiesa è molto aperta, anche noi lo siamo».
L’appuntamento va collocato nel più ampio cammino di dialogo interreligioso che la Diocesi vive con le altre comunità di fede presenti a Brescia. «Le nostre comunità sono legate da un incontro continuo. Il bello del credere – come ha esordito don Roberto Ferranti – diventa davvero una testimonianza».
Clima di preghiera
Il Vescovo ha ascoltato le parole che gli hanno rivolto Sheik Amin, Raisa Labaran e Sabur Hamed. Raisa Labaran a nome della Comunità Islamica ha portato gli auguri a tutti i cristiani. «Questo periodo di festa ci invita a riflettere sui valori che accomunano le nostre fedi: la misericordia, la giustizia e l'impegno per il bene comune. Come ha detto Papa Francesco siamo chiamati a essere pellegrini di speranza, uomini e donne che attraversano le difficoltà del nostro tempo, ma sono animati dalla fiducia in un futuro migliore, costruito sul rispetto e sulla solidarietà. Il dialogo interreligioso che negli anni ha arricchito la nostra città è il cuore pulsante di una società che vuole crescere nella comprensione e nella collaborazione».
Il Natale
«Ho ascoltato – ha sottolineato il vescovo Tremolada – alcune parole che trovano nella celebrazione del Natale un'espressione importante: rispetto, dialogo, misericordia, speranza, giustizia, progettualità... Sono parole che vanno ripetute spesso, perché danno forma a un modo di vivere che, per noi che crediamo, deriva dal mistero di Dio, dalla sua misericordia. Oggi, di fronte alle ferite dell'umanità e davanti alla difficoltà di trovare strade di riconciliazione, abbiamo l'impressione che la speranza sia debole. Possiamo sperare in un futuro migliore? Penso di sì, perchè Dio ama l'umanità. Con il nostro impegno e con la nostra buona volontà possiamo costruire il futuro».
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