Sarà il 9 novembre la celebrazione dei bresciani illustri al Famedio
Si terrà sabato 9 novembre alle 11 la celebrazione dei bresciani illustri, commemorati al Famedio nel cimitero Vantiniano in via Milano 17.
La celebrazione
La cerimonia sarà accompagnata dalla musica e da letture scelte, per rendere omaggio ai cittadini che hanno lasciato un’impronta duratura a Brescia. Le note della voce di Chiara Milini, del pianoforte di Samantha Chieffallo e del violoncello di Ilaria Giorgi accompagneranno i momenti della commemorazione, mentre Giuseppina Turra leggerà brani selezionati.
L’evento sarà introdotto dalla sindaca Laura Castelletti.
A venire commemorati saranno padre Pier Giordano Cabra, Francesco Braghini e Giuseppina «Giosi» Archetti.
Padre Pier Giordano Cabra
Padre Pier Giordano Cabra, nato a Gambara nel 1932 e recentemente scomparso, è stato una figura cardine per la comunità cattolica e intellettuale di Brescia. Sacerdote, teologo e superiore generale della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth, Cabra era un profondo conoscitore della spiritualità e della cultura, noto per la capacità di esprimersi con chiarezza anche sui temi più complessi. La sua esperienza si è riversata anche nella direzione dell’Editrice Queriniana e nella sua dedizione alla missione in paesi come il Brasile e l’Angola.
Francesco Braghini
Poeta, insegnante e cantautore, Francesco Braghini è stato una voce della cultura bresciana. Nato nel quartiere di Porta Milano nel 1931, ha dedicato la sua vita alla musica e alla poesia in dialetto, raccontando con passione l’anima della città.
Iniziò come operaio alla Breda, ma proseguì gli studi privatamente e divenne maestro, dedicandosi anche all’attività sindacale. Autore di raccolte e canzoni dialettali, la sua opera ha riscosso grande riconoscimento, come dimostrano premi e apprezzamenti ricevuti lungo tutta la sua carriera. Ha inciso varie musicassette con canzoni che sono divenute inni per i cittadini bresciani, come «Bressa me Bela Cità».
Giosi Archetti
Giuseppina Archetti, conosciuta come «Giosi», è stata una delle prime donne italiane a entrare nel campo dell’informatica.
Nata a Genova ma trasferitasi a Brescia per amore, Archetti ha unito competenze tecniche e amore per le arti, un connubio raro nel secolo scorso, quando alle donne erano preclusi molti campi. Laureata in fisica negli anni Cinquanta, ha lavorato per aziende come Pirelli e Ibm, partecipando alla meccanizzazione dell’anagrafe del Comune di Brescia. Oltre alla carriera tecnologica, Archetti ha sostenuto varie iniziative culturali: è stata presidente dell’Associazione Amici del FAI e ha ideato il progetto «FAI ponte tra culture» per favorire l'integrazione culturale. La sua dedizione alla comunità si è espressa anche tramite la Fondazione della Comunità Bresciana. Il premio arriva in quanto la donna ha incarnato il concetto di mecenate moderna, impegnata a promuovere conoscenza e bellezza per le generazioni future.
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