CronacaGarda

Salò, la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini andrà in Consiglio

Simone Bottura
La proposta avanzata dal capogruppo di maggioranza Tibero Evoli è stata inserita nell’ordine del giorno della prossima seduta dell’assemblea comunale, prevista alle 20.30 di mercoledì 26 febbraio
Benito Mussolini
Benito Mussolini
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La revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è all’ordine del giorno. Il sindaco di Salò Francesco Cagnini e la presidente del Consiglio comunale Roberta Ghirardi hanno dato seguito alla proposta avanzata lunedì dal capogruppo di maggioranza, il consigliere comunale Tibero Evoli, che nella riunione dei capigruppo aveva proposto di porre la mozione con la proposta di revoca all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, convocato alle 20.30 di mercoledì 26 febbraio.

Nel frattempo l’Amministrazione ha deciso di tenere un profilo basso, scegliendo di non rilasciare dichiarazioni. Nessun commento, se ne discuterà in aula.

Non è la prima volta che la proposta di revoca della cittadinanza al capo del fascismo e della Repubblica Sociale Italiana, passata alla storia come Repubblica di Salò, approda in Consiglio comunale nella cittadina gardesana, il cui nome è associato nell’immaginario collettivo a uno dei periodi più nefasti della storia d’Italia, se non il più nefasto. Si comprende, insomma, perché qui questa vicenda, già affrontata senza troppi clamori in numerosi altri Comuni, assume una valenza diversa che altrove.

I precedenti

È la terza volta che una proposta di revoca del decreto di conferimento del titolo di cittadino onorario al duce viene posta in discussione in Consiglio comunale a Salò.

La prima volta fu l’8 aprile 2019 su proposta del consigliere di minoranza Stefano Zane, che chiese la revoca come «gesto dal grande significato simbolico». Ma la mozione di Zane non venne neppure messa in votazione. Vista l’imminenza delle elezioni amministrative, la maggioranza del sindaco Giampiero Cipani decise di passare la palla all’Amministrazione entrante.

Cipani venne confermato e l’anno successivo, nel gennaio 2020, la mozione venne riproposta dalla nuova minoranza del gruppo Salò Futura di Giovanni Ciato, sottoscritta anche dal giovane consigliere comunale 23enne Francesco Cagnini, oggi primo cittadino. La mozione fu respinta con 14 voti contrari e 3 favorevoli.

Il conferimento

Il decreto di conferimento della cittadinanza onoraria di Salò a Benito Mussolini è datato 23 maggio 1924. L’assegnazione porta la firma di un solo funzionario statale, chiamato dalla Regia Prefettura a gestire il Comune di Salò senza avvalersi di organi partecipativi quali sono le istituzioni elettive. Un decreto governativo del 1923, infatti, aveva abolito per l’intera penisola il funzionamento dei Consigli comunali.

Il decreto del 1924
Il decreto del 1924

Il decreto è ancora conservato negli archivi comunali, nel faldone con le deliberazioni del periodo 10 maggio 1924 - 21 marzo 1927.

I cittadini onorari di Salò

Il primo a ricevere la cittadinanza onoraria di Salò fu, nel XVI secolo, Bernardino Da Monselice, oratore e diplomatico presso la Serenissima.

Poi ne sono seguite altre nove. Nel XVII secolo fu concessa a Mons. Pierangelo Stefani, studioso e scrittore. Nel 1902 la ottenne l’on. Giuseppe Zanardelli, che da presidente del Consiglio favorì la costruzione del lungolago salodiano dopo il terremoto del 1901.

Nel 1918 fu attribuita al generale Alberico Albricci, «per la perizia militare e il patriottismo dimostrati nella I Guerra Mondiale». Nel 1923 venne concessa a Gabriele d’Annunzio, che da un paio d’anni si era trasferito nella vicina Gardone.

Nel 1924 venne attribuita «per devozione al nuovo capo del Governo» Benito Mussolini.

Poi ancora: nel 1945 al Cap. David Goodmann (Usa) che nei giorni della liberazione garantì in Salò l’incolumità e l’ordine; nel 1965 a Mons. Domenico Bondioli «per la promozione di iniziative tese ad assicurare case per i salodiani»; nel 1971 a Mons. Giovanni «Gianni» Capra, studioso dell’ecumenismo e per un breve periodo parroco a Salò.

L’ultima è stata concessa il 26 ottobre 2015 all’on. Aventino Frau «per il lungo ed intenso impegno politico-amministrativo dedicato alla popolazione benacense».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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