Rovato, la cavalcata nei secoli della cittadina «capitale»

La storia del principale centro abitato della Franciacorta
Uno scorcio della storica piazza di Rovato
Uno scorcio della storica piazza di Rovato
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Quei tre torrioni e il lungo tratto di mura erette dai veneziani nel XIV secolo ne rappresentano solo una parte - seppur gloriosa - della sua storia. Perché fino al basso medioevo Rovato avrebbe avuto un’importanza secondaria rispetto ai vicini centri di Coccaglio ed Erbusco. Ma in epoca comunale, quando l’abitato di «Roado» (che compare per la prima volta nel XII secolo) si era ormai formato nella pianura, la comunità prese parte alle lotte tra guelfi e ghibellini e nel 1265 fu conquistata da Carlo d’Angiò. Fu nel 1385 che entrò nell’orbita veneziana e nel 1419 il suo castello fu assediato dal Carmagnola.

Dopo che tutto il territorio bresciano passò sotto Venezia, Rovato godette di privilegi ed esenzioni e fu sede di vicariato, ma nel 1453 fu occupata da Francesco Sforza che era in guerra contro Venezia. Trascorse poco tempo, ritornò presto ai veneziani.

La «capitale della Franciacorta» nel corso dei secoli è finita spesso al centro delle conquiste del tempo: il 7 agosto 1509, ad esempio, scoppiò un’insurrezione contro i francesi di Luigi XII che avevano sconfitto i veneziani. La cacciata dei francesi avvenne nel 1512 in seguito ad una sollevazione generale del popolo bresciano.

Guerre e arte, ma anche società. Il 5 luglio del 1517, ad esempio, il Doge della Repubblica di Venezia conferma a Rovato il diritto di tenere il mercato di bestiame ogni settimana. Pur accogliendo diversi tipi di merci, il mercato di Rovato dell’epoca diviene punto di confluenza fra il commercio di bestiame e di carne della Val Camonica e della Franciacorta. Il paese acquisisce una notevolissima importanza sotto il profilo commerciale e diviene il centro di scambio delle merci più importante della Franciacorta. Le attività commerciali si fanno talmente fitte che i rettori di Brescia, nel 1617, emettono un’ordinanza che impone pesanti dazi sul bestiame e che prevede provvedimenti penali per coloro che vendono i loro capi senza un regolare contratto di vendita.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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