Riforma della Giustizia, anche a Brescia magistrati in protesta

La Redazione Web
Lo sciopero è stato indetto dall’Associazione nazionale magistrati: un centinaio di adesioni anche a Milano, a Torino si tocca il 70%
Contro la riforma della giustizia
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La protesta contro la riforma della Giustizia non si ferma e anche a Brescia come in molte altre città italiane i magistrati hanno scelto ancora una volta di far sentire la loro voce, accompagnati questa volta da decine di associazioni del territorio. Al centro della manifestazione andata in scena fuori e dentro il palazzo di giustizia: la separazione delle carriere voluta dal Governo Meloni.

  • Lo sciopero dei magistrati a Brescia
    Lo sciopero dei magistrati a Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Lo sciopero dei magistrati a Brescia
    Lo sciopero dei magistrati a Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    Lo sciopero dei magistrati a Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Secondo i rappresentanti locali dell’Associazione Nazionale Magistrati e le molte associazioni che si sono date appuntamento in Tribunale a Brescia, il disegno di legge approvato in prima lettura lo scorso 16 gennaio dalla Camera e ora in discussione al Senato oltre a «non risolvere i problemi della giustizia italiana» mette a «rischio autonomia e indipendenza della magistratura»

All’assemblea ha partecipato anche Giovanni Rocchi, presidente del foro bresciano che ha detto: «La posizione favorevole dell'avvocatura alla separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente, come è noto, non nasce oggi, né rappresenta una presa di posizione ideologica o strumentale. Essa è radicata in un percorso iniziato oltre trent'anni fa con l'entrata in vigore del codice di procedura penale del 1989, che ha segnato il passaggio dal modello inquisitorio a quello accusatorio». Nel documento il suo intervento completo.

A Milano

A Milano sono oltre un centinaio i magistrati e le magistrate che si sono ritrovati davanti al tribunale in occasione dello sciopero, che è stato indetto in tutta Italia dall’Associazione nazionale magistrati contro la riforma della Giustizia.

Qui i magistrati hanno innalzato copie della Costituzione della Repubblica, esposto due striscioni con pensieri di Piero Calamandrei e distribuito volantini ai passanti con illustrati gli effetti sulla giustizia in caso di approvazione definitiva della riforma.

I punti criticati

«I punti critici sono sostanzialmente tre: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, l’istituzione di un’alta corte disciplinare che giudicherà il posto del Csm e poi il sorteggio dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura», spiega Leonardo Lesti, pubblico ministero nel processo per il disastro ferroviario di Pioltello per il quale è stata in questi giorni emessa la sentenza di primo grado. «Se questa è una riforma che viene proposta come un modo per far funzionare meglio la giustizia, allora questa è una falsità – sottolinea –. È una riforma che riguarda esclusivamente le carriere dei giudici. Non riguarda le dotazioni di mezzi. Riguarda come noi saremo nel futuro, ma senza incidere per esempio sull’accorciamento dei tempi della giustizia che per i cittadini sono il problema più grosso».

A Torino si stima che circa il 70% dei magistrati abbia aderito. «Questa riforma ci preoccupa prima come cittadini che come magistrati». Lo ha detto Mario Bendoni, presidente dell’Anm del Piemonte, aprendo l’assemblea pubblica organizzata al Palazzo di giustizia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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