Rifiuti, «all’anno Brescia spende 400mila euro per il fuori cassonetto»

Barbara Fenotti
La denuncia del centrodestra cittadino. In fase di preparazione un’interrogazione da presentare al prossimo consiglio Comunale. Aprica risolve ogni settimana tra gli 80 e i 90 abbandoni di rifiuti ingombranti
Centrodestra su fuori cassonetto: "Servono più controlli"
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«All’anno Brescia spende 400mila euro per il fuori cassonetto. Da quando è entrato in vigore l’attuale sistema di raccolta differenziata, cioè dal 2016, fanno 3,2 milioni di euro». Una situazione che «da una parte fotografa una inciviltà diffusa e radicata e, dall’altra, denota una mancanza di controlli efficaci».

A puntare il dito contro la gestione del sistema di raccolta dei rifiuti è il centrodestra cittadino, che nel corso del prossimo Consiglio comunale presenterà una interrogazione proprio sul fuori cassonetto per chiedere se la Giunta Castelletti abbia in programma delle azioni per contrastare il fenomeno e se ci sia l’intenzione di acquistare e installare ulteriori fototrappole.

Quanto si abbandona

Secondo alcune ricerche svolte dall’opposizione, Aprica riscontra, che risolve ogni settimana tra gli 80 e i 90 abbandoni di rifiuti ingombranti, presidia 1.050 postazioni e riscontra la presenza di fuori cassonetto nel 30% delle visite.

  • Rifiuti, il fuori cassonetto a Brescia fenomeno da contrastare
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Nel complesso le postazioni sono soggette ad abbandono di media ogni 2 giorni. «Da un confronto con la Polizia locale è emerso che attualmente le fototrappole a loro disposizione sono solo 2 su 1.050 postazioni: un numero chiaramente insufficiente - spiega il consigliere Carlo Andreoli -. Altre 20 sono state impegnate per sorvegliare i green box, per ripristinare i quali abbiamo raccolto ben 4.000 firme».

La soluzione, secondo l’opposizione, è «sorvegliare, non togliere - osserva il consigliere Mattia Margaroli - anche perché, nel caso dei green box, i rifiuti ingombranti che non vengono più gettati al loro interno saranno abbandonati in altre aree una volta tolti i cassoni». Quanto alle fototrappole «possono immortalare anche il volto del trasgressore e non solo la targa - sottolinea Andreoli - poiché, come sottolinea la normativa sul trattamento dei dati personali, vi sia un cartello che avverte che l’area è sorvegliata».

Sanzioni

Fabio Rolfi espone i dati sul fuori cassonetto - © www.giornaledibrescia.it
Fabio Rolfi espone i dati sul fuori cassonetto - © www.giornaledibrescia.it

Sempre a proposito di sorveglianza «sulla scia di quanto fatto in altre città, come per esempio Ferrara, si potrebbero affiancare agli agenti della Locale le Guardie ecologiche volontarie, che possono presidiare il territorio e, in caso di trasgressioni, hanno la facoltà di sanzionare» osserva il centrodestra, che afferma di aver ricevuto molte segnalazioni di fuori cassonetto, foto incluse, da parte dei cittadini nel corso di questo mese.

«A volte i rifiuti restano abbandonati anche per giorni prima che vengano rimossi - chiosa Fabio Rolfi -. Considerato che il Comune paga ad Aprica oltre 34 milioni di euro l’anno per il servizio di Igiene urbana, quasi 2 milioni in più rispetto al 2022, pensiamo che il minimo sia pretendere che il servizio funzioni, che vi sia un miglioramento apprezzabile e visibile».

Il colmo, secondo Rolfi, sta nel fatto che «il servizio non funziona come dovrebbe quando siamo una città che fa business sui rifiuti dal momento che, mentre i bresciani si arrabattano a fare la differenziata, A2a compra i rifiuti da fuori provincia per bruciarli».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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