Ricorso al Tar, apertura della caccia a rischio
Ore di attesa tra i cacciatori e la Regione Lombardia per capire se oggi il Tar emetterà l’ordinanza di sospensione del calendario venatorio. Secondo gli atti predisposti da Regione Lombardia l’apertura della caccia è fissata per domenica, ma il ricorso degli ambientalisti potrebbe cambiare le carte in tavola. Le associazioni ambientaliste Lac, Wwf, Lipu e Lav hanno depositato ieri un ricorso presso il Tar di Milano chiedendo la sospensione della delibera di Giunta di metà luglio che approvava il calendario venatorio per la stagione 2024/ 2025.
Facendo riferimento al parere Ispra, ente statale che si occupa anche di fauna selvatica e che proponeva l’apertura della stagione venatoria al 2 di ottobre, le sigle animaliste hanno chiesto di rimandare a questa data l’attuazione della delibera.
Il paradosso
Secondo le associazioni venatorie «come accade da qualche anno si genera il paradosso che un ente tecnico prevarichi una legge dello Stato, nello specifico la 157/92, che dispone l’apertura della caccia alla terza domenica di settembre».
«Assistiamo per l’ennesimo anno consecutivo allo scandalo di un parere Ispra solamente ideologico, ovviamente anticaccia - ha detto il presidente regionale di Federcaccia Lombardia Marco Bruni -, che senza supporti scientifici, ed in contrasto con la normativa europea, ha come unico obiettivo la distruzione del mondo venatorio. Ma ancora più scandaloso è l’atteggiamento di questo Governo che, al pari dei precedenti, non fa nulla per correggere questa stortura pur dichiarandosi dalla parte dei cacciatori. La caccia si difende con i fatti e non con le parole».
Il ricorso era atteso, ma resta da capire cosa deciderà oggi il giudice. Qualora optasse per la sospensione l’apertura sarà spostata ai primi di ottobre e carnieri e doppiette resteranno appesi al chiodo.
Intanto, durante il Consiglio regionale di martedì, Paola Pollini (M5s) ha chiesto di sospendere o rimandare la caccia, fatte salvo le attività connesse al contenimento e alla selezione degli ungulati, per evitare che la peste suina dilaghi.
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