Rezzato in lutto, è morto lo scultore Gianpietro Moretti

Si era definito - non più tardi di due settimane fa davanti alle telecamere di Teletutto, ospite di «In piazza con Noi» - «uno degli ultimi scultori (con il figlio Lorenzo e gli amici Confortini) che nobilitano la lavorazione del marmo attraverso la scultura: il Botticino è un materiale nobile - aveva spiegato - e noi lo usiamo con amore».
Gianpietro Moretti, che ha portato il nome di Rezzato e Virle in tutta Italia e oltre, è scomparso oggi a 69 anni, lasciando il mondo bresciano dell’arte orfano di un suo appassionato protagonista. Diplomato in pittura all’Accademia di Brera, forse per rendersi artisticamente autonomo dal padre Ersilio e dal nonno, entrambi scultori, non seppe resistere al richiamo della materia. Così, pur avendo prodotto anche molte opere pittoriche, espresse nella scultura in marmo, con significative escursioni nel bronzo, la propria dimensione artistica.
Carattere timido e riservato ma fermo, Moretti - così racconta un aneddoto - fu anche l’uomo che disse no al famosissimo trombettista Miles Davis quando quest’ultimo, appassionato d’arte e in tournèe in Italia per il promoter rezzatese Adolfo Galli, visitò il suo studio e chiese di poter acquistare, tra le tante opere, anche un dipinto. Sul quale però lo scultore fu irremovibile: non ci fu nulla da fare.
Il lavoro
Moretti era malato da tempo, ma come sempre trovava la forza per combattere il male nel suo laboratorio di via Don Landi a Virle Treponti, colmo di opere d’arte finite, o appena abbozzate ma già con una loro forma ben precisa nella mente dell’autore. Opere il cui tornavano temi ben precisi: gli opposti del positivo e del negativo, dello yin e dello yang, il pieno e il vuoto. Su questo dualismo creò opere come «La pelle» (un imponete viso in positivo/negativo), o l’altorilievo «Ortodentro», o ancora «Il corpo e l’anima», protagoniste nel 2014 di un’importante mostra a Villa Fenaroli.
Cimentandosi nel bronzo, diede vita al ciclo «La crescita dell’uomo che cammina nel rispetto della sua natura», uomini e donne come usciti dall’Eden, in dialogo e rispecchiamento reciproco, in bilico come giocolieri nello spazio, a raccontare di un’esistenza fondata sulla relazione e sul rispetto.
Moretti ha lasciato anche importanti opere pubbliche a Rezzato, come il tondo per l’Oratorio di San Giovanni Bosco, e il monumento ai Caduti. La salma dell’artista riposa nel suo laboratorio in via Don Landi 3. I funerali si terranno martedì 1 aprile, alle 14,30 nella parrocchiale di Virle.
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