Regione Lombardia ha messo nel mirino le baby gang

Regione Lombardia mette nel mirino le baby gang. Il Consiglio regionale, dopo un acceso dibattito in aula, a maggioranza ha dato il via libera alle nuove norme, già approvate a marzo dalla Commissione Cultura. Si modifica così in questo modo la legge regionale del 7 febbraio 2017, che fino a ieri si occupava soltanto di bullismo e cyberbullismo.
Il provvedimento (primo firmatario Alessandro Corbetta e relatore Floriano Massardi, entrambi della Lega), che stanzia complessivamente 450mila euro, si focalizza, invece, sul fenomeno delle baby gang, introducendo misure volte a fronteggiare situazioni di disagio giovanile e azioni a carattere sperimentale.
«Quello delle baby gang – spiega Massardi – è un problema nazionale, particolarmente diffuso nelle grandi città e nelle periferie nel Nord Italia, e va affrontato con determinazione per evitare che questo fenomeno dilaghi ulteriormente. Chi sbaglia paga e deve risarcire la comunità, prestando servizio per aiutare anziani e disabili o svolgendo lavori socialmente utili. Quando è possibile la giustizia riparativa è fondamentale per rieducare questi ragazzi».
Cosa prevede
Nello specifico si punta sulla prevenzione sociale nelle aree dove è più diffusa la presenza di bande minorili e la riqualificazione degli spazi attraverso il sostegno di iniziative urbanistiche, culturali, educative, sociali e sportive. Inoltre è prevista l’istituzione di sportelli di ascolto e aiuto, l’analisi sociale del fenomeno, l’attivazione di percorsi di servizio sociale obbligatorio o di lavoro socialmente utile e, infine, formazione, informazione e sensibilizzazione per operatori sanitari, sociali, sportivi, economici e per gli agenti della Polizia locale.
Un aspetto centrale del provvedimento è legato alla Consulta regionale, che avrà il compito di raccogliere informazioni sul fenomeno delle baby gang con funzioni consultive e propositive. Oltre al personale dell’amministrazione regionale, della scuola, del Terzo settore e delle associazioni familiari, si arricchirà della presenza di un rappresentante dei giovani. Partecipazione ora aperta anche a esponenti di amministrazioni competenti in materia di giustizia minorile e sicurezza.
Quanto ai protocolli di intesa, si stabilisce che la Regione possa sottoscriverne di specifici con le amministrazioni locali e statali per realizzare programmi di sensibilizzazione, informazione e formazione per i minori e le loro famiglie; nonché di sostegno a favore delle vittime e di promozione di giustizia riparativa.
Il provvedimento è passato, ma in aula non sono mancate dure critiche da parte degli esponenti di opposizione. Emilio del Bono del Pd ha parlato di una legge «inadeguata, mediocre ed evanescente».
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