Più 25% per i reati minorili: crescono violenze e risse

Da giugno 2022 a giugno 2023 secondo i dati della Corte d’appello di Brescia, che comprende le province di Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona, emerge che i reati penali che riguardano i minori sono aumentati
Una rissa tra giovani - Ansa © www.giornaledibrescia.it
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I numeri possono sembrare sterili di fronte ad un racconto o a una fotografia, ma ci aiutano ad inquadrare un fenomeno, a darne la dimensione e a capire la tendenza. Ecco che se scorriamo i dati relativi al periodo che va da giugno 2022 a giugno 2023 della Corte d’appello di Brescia, che comprende le province di Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona, emerge che i reati penali che riguardano i minori sono aumentati in un solo anno del 25%, ossia da 1.065 a 1.330. E anche processi penali sono cresciuti: al primo luglio 2022 erano 814, al 30 giugno 2023 880.

Un incremento attorno all’8%. Una tendenza dell’intero Paese: nel report del Dipartimento della pubblica sicurezza, «Criminalità minorile in Italia 2010-2022», si legge che i reati compiuti prima dei 18 anni erano in costante calo fino alla pandemia; poi sono cresciuti velocemente tanto che nel 2021 erano quasi mille in più rispetto al 2019 (28.894 contro 27.979) e che nel 2022 hanno toccato quota 32.522 sfiorando il dato del 2015. Una parabola piuttosto veloce. In quei 13 anni, sempre stando allo stesso studio, sono cambiati anche i reati: sono calati i furti, rapine e ricettazione e sono aumentati lesioni, percosse, minacce, risse, danneggiamenti e violenze.

Nel febbraio scorso è stata presentata anche un’indagine condotta dal Comune di Brescia sulle baby gang, basata sui dati della Locale raccolti tra gennaio 2023 e marzo 2024, dalla quale emergeva che i reati erano compiuti perlopiù da piccoli gruppi di tre o quattro persone che si staccano dal nucleo principale (con base in piazza Vittoria, Mercato e Bruno Boni) senza leader fissi.

I reati più diffusi risultavano essere furto, furto aggravato, rapina, oltraggio, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. Tra le categorie individuate come protagonisti di questi reati i cosiddetti «maranza», spesso giovani immigrati o di seconda generazione. La soluzione? Per il crimonologo Carlo Alberto Romano servono «strumenti adeguati», per la Loggia «al controllo vanno affiancate opportunità di aggregazione e socializzazione».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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