C’è una raccolta fondi per sistemare il tetto della Pieve della Comella
Un luogo sacro, ricco di storia, che da alcuni anni ha ritrovato frequentazione e animazione spirituale. Ma che necessita di importanti interventi per essere conservato e reso fruibile in tutta sicurezza. È l’antica pieve di Comella, collocata nel lembo di terra dove il fiume Mella confluisce nell’Oglio, al confine tra Brescia e Cremona, immerso nella fertile e rigogliosa campagna della Bassa.
Dai recenti rilievi risulta infatti che sul manto di copertura sono presenti in più punti delle zone piene di muschio, coppi rotti o spostati, oltre al fatto che la guaina in carta catramata è alquanto deteriorata. Ne derivano infiltrazioni d’acqua e perdite dal tetto, sempre più ampie ed evidenti soprattutto in questo periodo di eventi atmosferici «estremi»: la fruizione del luogo è a rischio, occorre dunque intervenire con urgenza.
Come fare
Per tutelare e salvaguardare il santuario il rettore don Alessandro Lovati ha lanciato una campagna di raccolta fondi, in collaborazione con Cassa Padana. Chiunque può sostenere gli ingenti costi dei restauri conservativi donando fino al 10 settembre prossimo quote individuali dell’importo di 20 euro o di multipli di 20, attraverso un bonifico sul conto corrente bancario IT27M0834055232000000204571, intestato alla Parrocchia della Comella e aperto presso la filiale di Cassa Padana di Seniga.
La banca si impegnerà a fine raccolta a duplicare la generosità delle donazioni pervenute fino ad un importo massimo concordato con la Parrocchia. Le erogazioni liberali effettuate per la realizzazione dei lavori di restauro e risanamento conservativo prevedono la detraibilità dall’Irpef nella misura del 19% ovvero la deducibilità dal reddito d’impresa. Il progetto verrà presentato sabato 27 luglio alle 18, con una visita guidata al santuario a cui seguirà un momento conviviale finale.
La storia
Il tempio mariano sorge in una zona un tempo piena di paludi e acquitrini, bonificata nel XII secolo dalla grande opera agraria dei frati benedettini della Badia di Leno, i quali ristrutturarono una cappella preesistente del VI-VII secolo dedicata a Maria Vergine, da cui l’attuale intitolazione del santuario, come copia fedele dell’abbazia di Leno.
L’originaria struttura romanica del santuario conserva al suo interno un impianto architettonico notevole, con cripta a volte, colonne e altare rialzato e un’imponente scalinata. In una cappella dedicata a Maria Vergine si può ammirare un affresco del ‘400 raffigurante la Madonna del Latte. Con la riapertura della chiesa nel 2020 il luogo è tornato ed essere un centro di preghiera in cui le funzioni religiose sono sempre molto sentite, in particolare quando ci sono le esposizioni delle reliquie dei santi.
Il santuario, dal 2012 Luogo del cuore del Fai, è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 17.30.
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