Caruso: «Raccontare meglio il patrimonio culturale che c’è in provincia»

L’assessora regionale è stata in visita al GdB. Parlando dei progetti finanziati con un bando regionale nel Bresciano ha detto: «Serve maggiore consapevolezza, valorizzare i piccoli borghi»
Cultura, un patrimonio da svelare
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I numeri parlano chiaro, il bando cultura di Regione Lombardia ha messo in campo risorse per oltre 6 milioni di euro per finanziare 340 progetti; e se Milano ha fatto (ovviamente) la parte del leone con 88 progetti e risorse per quasi 2,2 milioni di euro, subito a seguire c’è Brescia: 67 i progetti che hanno ricevuto l’ok per quasi 1,2 milioni di euro di finanziamenti.

Per fare un confronto: Bergamo ha visto approvare 43 progetti che hanno ricevuto coperture economiche per 575mila euro. L’ottimo piazzamento bresciano è lo spunto di partenza per l’intervista all’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso, ieri a Brescia per alcuni appuntamenti istituzionali; nel pomeriggio l’incontro al Giornale di Brescia con il nostro direttore Nunzia Vallini.

Assessore Caruso, risorse significative ai progetti bresciani. Ne sono stati presentati molti più delle altre province o molti dei nostri erano significativamente meritevoli?

Sono vere entrambe le affermazioni, va anche detto che il territorio bresciano è particolarmente ricco di realtà partecipate da Regione Lombardia, realtà che hanno goduto di una parte specifica del bando.

Scorrendo l’elenco (che si può trovare nella tabella qui a fianco) si evince chiaramente una ricchezza di proposte e iniziative che non arrivano solo dalla città, ma anche dalla provincia.

È esattamente così. Il senso di questo bando è proprio quello di valorizzare anche realtà più piccole, quelle che a centinaia sono sparse nella provincia lombarda, ma che spesso neppure noi conosciamo. E quindi che non vengono "pubblicizzate" come meriterebbero, invece vanno raccontate meglio e di più.

L'assessora regionale Francesca Caruso e la direttrice del GdB Nunzia Vallini in redazione
L'assessora regionale Francesca Caruso e la direttrice del GdB Nunzia Vallini in redazione

Perché accade questo?

Probabilmente perché è un po’ nel dna di noi lombardi, grandi lavoratori che ora però devono fare anche un ulteriore salto, prendendo consapevolezza delle bellezze artistiche e culturali di cui disponiamo. Un primo passo per trasformarle anche in occasione di ricchezza economica, strutturale. Emblematico il caso di quello straordinario evento che è stato Floating piers. Uno spartiacque è stato anche l’anno da Capitale della cultura per Brescia e Bergamo.

Un limite sta probabilmente nel fatto che diamo per scontata la ricchezza del nostro territorio.

Concordo e ribadisco il concetto: i piccoli borghi, i meravigliosi musei, i tanti eventi vanno valorizzati anche raccontandoli nel giusto modo; una narrazione positiva che diventa volano di conoscenza. Tutto questo accanto ovviamente a realtà importanti e strutturate, penso ad esempio al Museo della fotografia che ho visitato oggi, o al Museo diocesano recentemente riconosciuto da Regione Lombardia. Il mio impegno è poi a favore dei giovani, la cultura è antidoto contro il disagio, e delle fragilità: le proposte culturali devono essere accessibili a tutti. //

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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