Processo strage di Piazza Loggia, Nordio: «In arrivo sei nuovi magistrati»
Per inaugurare l’anno giudiziario lo scorso fine gennaio aveva scelto Brescia. «Una delle città in cui da più tempo avete imparato a comprendere le potenzialità di una giustizia capace di riparare. E il riferimento è alla strage di Piazza della Loggia, di cui quest’anno ricorre il 50esimo anniversario», erano state le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Che ora, a distanza di due mesi, torna a parlare dello scoppio che il 28 maggio 1974 fece otto morti e 102 feriti. Lo fa annunciando il probabile arrivo di nuovi magistrati per permettere alla giustizia bresciana di affrontare il processo di primo grado a carico di Roberto Zorzi, presunto esecutore materiale dell’attentato di matrice fascista.
Una task force
Pur ricordando che la gestione delle piante organiche della giustizia sono di competenza del Consiglio superiore di Magistratura, «il decreto ministeriale firmato prevede piante organiche flessibili distrettuali da destinare alla sostituzione di magistrati assenti, ovvero all’assegnazione agli uffici giudiziari del distretto di Corte di appello che presentino condizioni critiche di rendimento», ha spiegato Nordio rispondendo all’interrogazione dei deputati bresciani della Lega Simona Bordonali e Paolo Formentini. Con il suo intervento il Guardasigilli ha previsto per Brescia quattro magistrati per le funzioni giudicanti e due per le funzioni requirenti. Una misura, ha aggiunto il ministro, che potrebbe portare «indubbi benefici» e rispondere «con maggiore efficacia, alle peculiari esigenze in tema di smaltimento dell'arretrato e per fare fronte a eventi di carattere eccezionale».
La richiesta
Un annuncio, quella di Nordio, che arriva dopo l’allarme lanciato dal presidente della prima sezione penale Roberto Spanò che ha rinviato a giugno l’inizio del processo a carico di Zorzi perché oggi mancano le risorse per affrontare un dibattimento tanto importante. «La definizione in tempi ragionevoli del processo, che costituisce ancora oggi una ferita non rimarginata per la città, rispetto al quale vi sono aspettative di una rapida conclusione – anche in considerazione della concomitante celebrazione cinquantennale dell’evento delittuoso –, dipenderà inevitabilmente dalle risorse di cui la Prima sezione penale potrà disporre nel futuro», è stata la presa di posizione di Spanò, che, a fronte di interventi per garantire risorse, si è impegnato a «procedere all’istruttoria a ritmo serrato, onde pervenire prontamente alla decisione, con la celebrazione di almeno tre udienze al mese, prevedibilmente in un tempo non inferiore a nove mesi».
Dal tribunale e dal Parlamento
In attesa di una nota ufficiale da parte del Ministero della Giustzia, il presidente del tribunale di Brescia Vittorio Masia si dice soddisfatto delle parole di Nordio. «L’annuncio dell’arrivo di nuovi magistrati non può che essere un dato positivo. Saranno fondamentali i tempi, ma nel frattempo apprezziamo la velocità con cui si è data risposta ad un’esigenza particolare che la nostra comunità aveva manifestato un mese fa», spiega Masia, che tra un mese chiuderà la carriera in magistratura.
«Non c’è più tempo da perdere e anche l’impegno del ministro a colmare integralmente il vuoto di organici della magistratura entro il 2026 va in quella direzione. Sono passati cinquant’anni dalla strage e la ferita non si è ancora rimarginata. I familiari delle vittime e tutti i cittadini bresciani meritano giustizia e la verità definitiva», commenta la deputata della Lega Simona Bordonali che con il collega Formentini aveva presentato l’interrogazione a Nordio. «Una sollecitazione arrivata da tante associazioni e dai cittadini bresciani che da troppo tempo stanno aspettando la verità processuale definitiva».
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