In piazza per dare voce a Mirko e Daniele, morti sul lavoro

In piazza per dare voce a chi non ne ha più. Perché dietro a quei numeri tremendi ci sono i volti e le storie di persone strappate alla vita mentre erano al lavoro ed a casa qualcuno li aspettava. Ed allora tocca a loro, ai superstiti: li chiama così Maruska Ambrosini, madre di Mirko Serpelloni, morto sul lavoro l’11 settembre del 2023 a Manerbio, a soli 27 anni.
È stata lei ad organizzare il presidio di questa sera in piazza Paolo VI, al quale ha partecipato anche una delegazione dell’Anmil, guidata dal presidente provinciale Roberto Valentini. A spingerla «il desiderio – ha spiegato – di sensibilizzare le persone in occasione della Giornata internazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Mio figlio è morto sul lavoro, questa è la sua giornata ed io ci tengo a commemorarlo».
Ha appeso la sua foto alla fontana di fronte al Broletto ed a fianco ha messo quella di Daniele Zini, portata dai famigliari del giovane papà di Castrezzato morto a 34 anni nel 2012 a Figline Valdarno. «Quella mattina di novembre – ricorda lo zio Mauro insieme alla sorella Elena – Daniele partì per andare a fare dei lavori di manutenzione. Non è più tornato, sua figlia di 4 anni e suo figlio di 11 mesi non l’hanno più rivisto. Per tutti noi famigliari è rimasto un vuoto profondo con pochi spazi di redenzione. Siamo qui per una forma di solidarietà e vicinanza».
Rivolte anzitutto a Maruska, che in nome di Mirko non si stanca di chiedere sicurezza per i lavoratori e le lavoratrici e di inseguire giustizia per suo figlio: «Il datore di lavoro lo scorso febbraio è stato condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi, dopo che il pm aveva chiesto 2 anni e 4 mesi. Il giudice ha anche fissato una provvisionale, ma di questo "risarcimento" immediato per ora non abbiamo visto nulla: è un silenzio, un "menefreghismo" che dà molto fastidio, aumenta il peso di una situazione già pesante per noi superstiti».
E allora, forse, l’unico modo per portare quel fardello insostenibile è «ricordare come era Mirko: spensierato, allegro, artista, musicista. Ricordare quello che mi hanno un po’ rubato. Ricordare lui, nei suoi pregi e nei suoi difetti». E sentirlo un po’ qui.
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