Ultimo presepe vivente di Nuvolera? «La tradizione continui»
Quella di domenica potrebbe essere, per il presepe vivente di Nuvolera, l’ultima rappresentazione. Non solo l’ultima come da programma di quest’anno ma, dopo trent’anni, l’ultima in assoluto.
La voce circola nelle piazze (anche virtuali) e nelle case. Sarebbe un vero peccato, perché questo appuntamento è diventato una tradizione, e anno dopo anno, aumentano le presenze dei visitatori che arrivano da ogni parte d’Italia. In questa edizione le sette rappresentazioni allestite hanno richiamato circa 40mila persone e se il tempo sarà clemente, come le previsioni meteo prevedono, si presume di registrare il record assoluto di visitatori.
Il percorso
Da ammirare ci sono oltre 200 figuranti (giovani e meno giovani), animali, capanne preparate per svolgere ogni genere di attività: dal fornaio al panettiere, dal fabbro al falegname, dalla ricamatrice alla decoratrice. Il tutto in una cornice magica, che parte dall’episodio di Re Erode e, lungo un percorso studiato alla perfezione, porta all’arrivo dei Re Magi davanti alla sacra rappresentazione della Natività.
Ma in questo contesto tanto particolare quanto apprezzato, al punto da rendere il presepe di Nuvolera tra i più apprezzati d’Italia, perché tante voci insistenti parlano di un’esperienza oramai al tramonto? Le voci sono vaghe: c’è chi dice che non si farà più per l’età di coloro che hanno avviato la tradizione; chi che non c’è collaborazione durante l’anno, visto che l’impegno per ogni edizione dura almeno 5-6 mesi: bisogna tagliare l’erba, pulire, teneri in ordine le capanne, i ruscelli, sistemare gli impianti elettrici ed idraulici; e c’è anche il grande impegno di alcune donne del paese che si prestano a costruire o modificare gli abiti della rappresentazione. Un lavoro che richiede volontà e spirito di sacrificio.
A mettere fine alle chiacchiere ci ha provato il sindaco Andrea Agnelli. «Voglio innanzitutto fare i miei complimenti a tutti quelli che hanno fatto questo lavoro per trent’anni e per il successo ottenuto. Sarebbe un vero peccato smettere di farlo, ora che tutto il villaggio è diventato parte integrante del paese. Ho fatto un sondaggio fra i partecipanti, mi sembra che diverse persone siano intenzionate a continuare. Dopo l’ultima rappresentazione, ci si potrà trovare e studiare una soluzione che accontenti tutti».
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