Prende forma il Piano del Verde a Brescia, 16 percorsi per 100 km

Il Comune di Brescia si sta dotando, fra i primi in Italia, di un Piano del Verde e della Biodiversità. Si tratta di uno strumento, pensato per contribuire ad affrontare la transizione climatica, in grado di orientare le scelte dei prossimi anni nella gestione del verde pubblico. Dopo il passaggio in Commissione Ecologia ad aprile il documento, finanziato dal Ministero della Transizione ecologica attraverso il «Programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano», sarà discusso e messo ai voti in Consiglio comunale.
«Sono molti e diversi i modi in cui la Loggia si prende cura del territorio, del verde e della biodiversità – ricorda la sindaca Laura Castelletti –. Per citarne alcuni abbiamo il consumo di suolo 0, la cura di più di 150 parchi e giardini, la riqualificazione della tangenziale e degli spazi di verde urbano con la piantumazione in questi anni di oltre 35.000 alberi, la bonifica di aree inquinate e la valorizzazione della Maddalena, oggetto peraltro nei prossimi giorni della firma di un patto ad hoc con 40 associazioni che se ne stanno prendendo cura».
Agenda urbana Brescia 2050
Il Piano del Verde è uno dei tasselli che contribuiranno allo sviluppo dell’Agenda urbana Brescia 2050, è coordinato dal settore Verde urbano e territoriale del Comune e dall’ente regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (Ersaf) ed è stato redatto da un gruppo
multidisciplinare costituito dallo stesso Ersaf, Etifor e dallo Studio Gibelli Gioia.
«Il Piano ha permesso di fare una mappatura dettagliata delle vulnerabilità del territorio e può costituire per i progettisti che devono realizzare un piano attuativo una sorta di quaderno di lavoro da cui attingere – spiega l’assessora all’Ambiente Camilla Bianchi –. Vi sono, come detto, delle criticità, che in parte vengono riequilibrate dalla natura stessa e in parte attraverso l’azione concreta dell’uomo».
Nel documento rientrano tre progetti speciali: parliamo di Sin Caffaro, il fiume Mella e il parco del Castello. Per ciascuno è stata realizzata una scheda che riporta una breve descrizione dei punti salienti da risolvere e gli orientamenti possibili. A spiccare è, inoltre, la progettazione di 16 percorsi, per 100 chilometri complessivi, che cercano di toccare la maggior parte delle aree verdi pubbliche.
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