Cronaca

Salvatore Borsellino: «Non inventeranno mai la bomba che distrugge l'amore»

In San Barnaba la consegna del Premio Leonessa d’Italia organizzato dalla Rete Antimafia Brescia. Premiati, oltre al fratello del magistrato anche Paolo Corbo, poliziotto della scorta di Falcone e Piera Aiello, testimone di giustizia
  • Immagini dell'auditorium San Barnaba di Brescia durante la premiazione
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«Hanno inventato bombe di tutti i tipi, ma c’è una bomba che non inventeranno mai: quella che distrugge l’amore. La speranza di Paolo Borsellino eravate voi e la mia speranza siete voi». Così Salvatore Borsellino, a chiusura di un accorato discorso rivolto alle centinaia di studenti presenti nell’auditorium San Barnaba –  teatro del Premio Nazionale Leonessa d’Italia organizzato dalla Rete Antimafia Brescia.

Premiazione

Il premio, che annualmente viene assegnato a donne e uomini coraggiosi che si sono distinti nella lotta alle mafie e nella diffusione del concetto di giustizia sociale, ha insignito oltre al fratello di Paolo Borsellino anche Paolo Corbo (poliziotto della scorta di Giovanni Falcone sopravvissuto alla Strage di Capaci) e Piera Aiello (testimone di giustizia ed ex parlamentare).

I tre, presenti in un auditorium gremito, hanno portato la propria testimonianza nel corso di un evento che ha soprattutto lo scopo di sensibilizzare la comunità bresciana «sulla presenza della ‘ndrangheta che riesce a mangiare un pezzo di territorio. Non basta che solo le forze di polizia dimostrino la presenza delle organizzazioni criminali, serve la società civile», dice il presidente della Rete Antimafia di Brescia Mario Bruno Belsito.

Altre dichiarazioni

«È ancora molta la strada, anche sul piano educativo, per avere consapevolezza dei pericoli della presenza della ‘ndrangheta nel nostro territorio» – conferma la sindaca Laura Castelletti, che elogia l’impegno della Direzione Investigativa Antimafia, della Questura e della Magistratura per il ripristino della legalità.

Anche il questore Eugenio Spina mette l’accento sull’educazione alla legalità: «Le organizzazioni criminali a Brescia ci sono e hanno varcato tutti i confini regionali. Il fenomeno mafioso è presente e diffuso, ecco perché l’attività di prevenzione e informazione tra i ragazzi per combatterlo è fondamentale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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