Precipita dalla ferrata Crench di Idro, addio a Niccolò Guarino
Niccolò Guarino non ce l’ha fatta. Troppo profonde le lesioni per il giovane di Orzinuovi precipitato dalla via ferrata Crench che sovrasta il lago d’Idro nel pomeriggio di domenica. Il 30enne, che lavorava come operaio in un’azienda del settore meccanico a Dello, era molto conosciuto in paese, così come la madre e il padre, maresciallo dei carabinieri a Soresina.
Le ultime sono state ore di autentica apprensione in paese, dove la voce del suo incidente si è diffusa ieri mattina e molti amici si sono stretti alla famiglia, portando conforto ai genitori, alla mamma Piera e ai fratelli, Stefano di 23 anni, che ha intrapreso la carriera militare, e a Giulia, che frequenta la terza media a Orzinuovi.
Ieri pomeriggio purtroppo la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire. Dopo la morte, avvenuta alla Poliambulanza di Brescia, dove era stato trasportato in gravissime condizioni dall’elisoccorso, Niccolò ha donato gli organi per una sua volontà che aveva più volte espresso ai genitori. «Niccolò era una persona solare, simpatica, buona e gentile, che amava la compagnia», raccontano in lacrime i suoi amici. Con loro a fine gennaio aveva festeggiato il suo 30esimo compleanno in una grande festa e condivideva molte serate spensierate e avventure quasi adolescenziali, come quella del giorno di santo Stefano dello scorso anno, quando sfidando il freddo e il gelo si era tuffato per un bagno nel fiume Oglio a Orzinuovi, per iniziare una tradizione che avrebbe voluto consolidare sul territorio.
Ancora da chiarire la dinamica dell’incidente. Non sarà per nulla facile però ricostruirla perché il giovane si trovava da solo a fare l’arrampicata sulla ferrata Crench. Appassionato di avventura e camminate sia in bassa che in alta quota, quando non aveva nessuno che lo accompagnasse, affrontava in solitaria escursioni anche impegnative, come quella di domenica, sotto uno dei primi soli di questa primavera, in mezzo alla natura e al silenzio.
L’incidente è avvenuto in un luogo particolarmente impervio del sentiero, dove i tecnici delle squadre del soccorso alpino della Valsabbia sono potuti arrivare solo a piedi, mentre i sanitari dell’Areu sono stati calati dall’elisoccorso con un verricello. Da una prima ricostruzione Niccolò ha sbattuto violentemente contro le rocce durante la caduta e questo spiega lo stato di incoscienza nel quale è stato trovato dopo l’incidente. La vittima è stata soccorsa in località Preonde a 660 metri di altitudine. Difficile è stato identificarlo, visto che non aveva con sé i documenti. Le forze dell’ordine sono riuscite solo nella serata di domenica ad avvisare i familiari e la fidanzata Silvia, con cui tra pochissimi mesi il 30enne sarebbe dovuto andare a convivere.
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