Portati gli scarti di demolizione di una scuola nel sito di biometano di Montichiari
Facendo tutto alla luce del sole, in pieno giorno, credevano forse di farla franca. Chi si accorgerà mai di qualche camion carico di scarti edili che opera in un cantiere in costruzione, avranno pensato. I responsabili di una ditta di Sarezzo, però, non avevano messo in conto di trovarsi a Montichiari, territorio martoriato da cave e discariche, i cui residenti nel corso degli anni hanno sviluppato anticorpi d’acciaio e i reati ambientali li annusano nell’aria. Così quel via vai di camion che entravano carichi di scarti di demolizione e uscivano vuoti, non è passato inosservato agli occhi attenti delle sentinelle monteclarensi. Ed è scattata la denuncia. Agli agenti della Polizia locale del paese è bastato un breve sopralluogo per cogliere gli operai con le mani nella marmellata.
I fatti
Ma andiamo con ordine. Un’impresa edile valtrumplina nelle scorse settimane era impegnata a demolire un edificio scolastico nel Comune di Rezzato e, contemporaneamente, a costruire un impianto di biometano a Montichiari, in località Bredazzane. Alcuni considerano lo smaltimento dei rifiuti un costo inutile e, a danno dell’ambiente e nel dispregio delle regole, cercano in ogni modo di liberarsi del problema risparmiando qualche euro. Qualcuno nella ditta saretina ha quindi pensato di utilizzare il cantiere di Montichiari per sotterrare gli scarti di demolizione della scuola di Rezzato.
L’attività è andata avanti per diversi giorni, durante i quali una ventina di mezzi pesanti ha riversato 300 metri cubi di scarti di demolizione, circa 600 tonnellate, in quello che sarebbe diventato il piazzale dell’impianto di biometano, 12mila metri quadrati di area. Una procedura che ha insospettito subito gli abitanti della zona, che non hanno perso tempo e inviato al comando della Locale di Montichiari «varie segnalazioni».
Gli accertamenti
Da lì sono partite le indagini della Polizia giudiziaria, affiancata dai tecnici dell’Arpa di Brescia, che arrivati sul posto hanno utilizzato uno scavatore per riportare alla luce i rifiuti. E il 7 febbraio hanno bloccato il cantiere.
Due i reati contestati: trasporto mediante un autocarro, poi sottoposto a sequestro, di rifiuti pericolosi senza l’autorizzazione e deposito e interramento di rifiuti non pericolosi. Il reato amministrativo costerà alla ditta una multa di 6.500 euro da pagare però solo al termine dei lavori di ripristino dei luoghi e smaltimento del materiale. Al momento non è partita l’azione penale.
I titolari hanno adesso 90 giorni di tempo per bonificare l’area.
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