CronacaBassa

Pontevico, il rifugio per cani è a rischio chiusura

Alessandra Portesani
«I pelosi della Bassa» potrebbe chiudere dopo che Ats ha rilevato la mancanza alcuni requisiti sanitari: il sindaco ha già individuato un’altra struttura per i 46 ospiti
Il rifugio di Pontevico è stato anche multato
Il rifugio di Pontevico è stato anche multato
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Il rifugio «I Pelosi della Bassa» rischia la chiusura. Ad annunciare la situazione sono i volontari, preoccupati per gli oltre 40 animali che attualmente hanno trovato casa nella struttura in zona Gauzza.

«Il rifugio rappresenta un faro di speranza per gli animali abbandonati e maltrattati – spiegano anche in un video pubblicato sui loro canali social –. La nostra instancabile missione è sempre stata quella di offrire amore, cure e un riparo sicuro ai nostri amici a quattro zampe. Oggi, ci troviamo ad affrontare una sfida che potrebbe mettere in pericolo il nostro lavoro e, soprattutto, il futuro dei nostri amati cani».

La vicenda

Ats, a causa della mancanza di un parchetto esterno ai box, come previsto dalla Legge regionale, ha negato al rifugio il codice struttura. «Nella nostra struttura non è possibile realizzarlo – spiega la presidente e responsabile Mara Andreoletti –, tuttavia abbiamo adottato soluzioni alternative per garantire il benessere dei cani: ampie finestre, che corrono lungo 35 metri di due lati del rifugio, assicurano un ricambio d’aria e una luce naturale ottimali e i nostri amici pelosi hanno a disposizione due aree recintate dove possono correre e giocare almeno due volte al giorno. Inoltre, ogni cane viene portato quotidianamente in passeggiata dai nostri fedeli volontari. Abbiamo richiesto più volte un incontro con l’Ats per discutere di possibili deroghe, tenendo conto delle nostre soluzioni alternative, ma i nostri appelli sono rimasti inascoltati. Questo ci porta oggi a chiedere pubblicamente un dialogo costruttivo per trovare insieme una soluzione che assicuri il benessere dei nostri cani».

Multa da mille euro

Ats ha anche multato il rifugio con oltre mille euro di sanzione. «Si consideri – aggiungono – che fino al nostro subentro, questa struttura era ritenuta idonea dalla stessa Ats, che aveva concesso il codice struttura alla realtà precedente. Questo dimostra che le condizioni generali del rifugio sono sempre state giudicate idonee e che il problema risiede esclusivamente in un’interpretazione eccessivamente rigida di una singola norma applicata in modo discriminatorio nei nostri confronti. Un dato incontrovertibile attesta che il 90% delle strutture simili nella provincia di Brescia ha ottenuto il codice senza il requisito del parchetto esterno. Non possiamo permettere che questa decisione diventi una condanna per i nostri cagnolini. Ognuno di loro ha una storia di abbandono e sofferenza, e il nostro rifugio è il loro porto sicuro. Ci rivolgiamo con il cuore in mano a tutte le associazioni animaliste e ai cittadini: unitevi a noi in questa battaglia per garantire un futuro sereno ai nostri amici pelosi. Mandate un messaggio all’Ats per chiedere una deroga in nostro favore. Al sindaco perché non emetta l’ordinanza di sgombero e ci aiuti prima a chiarire la situazione con Ats».

La risposta del sindaco

Nelle ore successive all’appello è arrivata anche la risposta del sindaco Luca Bosio, che ha riferito in una nota di essere venuto a conoscenza della situazione nel luglio 2024. «Durante gli incontri abbiamo cercato di capire le motivazioni che hanno portato Ats a respingere l’istanza (...). Il ruolo svolto dall’Amministrazione è stato quello di mediare fra le richieste di Ats e le possibili soluzioni proposte da “I pelosi della Bassa” (...)».

Dagli incontri, continua la nota, erano emerse situazioni che portavano all’impossibilità di concedere l’agibilità alla struttura senza gli adeguamenti richiesti (spazio dedicato alla gestione amministrativa, servizi igienici, deposito dei mangimi e zona di preparazione pasti, box destinati all’isolamento e parchetto esterno dei box). Con un ulteriore sopralluogo, riferiscono, Ats aveva accertato la presenza di 46 cani e il mancato adeguamento alle richieste. Da qui, la richiesta al Comune di cessare l’attività.

«Il sindaco nella veste di autorità sanitaria», dice Bosio, «ha l’obbligo – verificata l’impossibilità a trovare una soluzione che accontenti le parti, salvo soluzioni dell’ultima ora – di eseguire l’invito rivolto da Ats. (...) L’Amministrazione – aggiunge – si impegnerà a garanzia del benessere degli animali affinché siano ospitati/ricollocati presso una struttura già identificata in possesso dei requisiti adatti e richiesti dalla legge».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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