CronacaGarda

Polo logistico di Lonato addio, dalla Giunta il no definitivo al progetto

Alice Scalfi
Visti i pareri negativi formulati sia dalla Regione, sia dalla Provincia, anche il Comune ha detto «no» alla struttura da realizzare al confine con Castiglione
Il progetto del polo logistico di Lonato
Il progetto del polo logistico di Lonato
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La Giunta di Lonato mette la parola «fine» sul polo logistico. Visti i pareri negativi formulati sia dalla Regione, sia dalla Provincia, anche il Comune ha detto «no»: il grande polo logistico al confine con Castiglione, al limitare del Sito di importanza comunitaria di Valle e a due passi dalle Fornaci romane «non s’ha da fare».

Insomma, già lo si sapeva ma ora è arrivato il diniego ufficiale al Piano attuativo che riguardava l’ormai celeberrimo Ambito di trasformazione 13, presentato alla fine di aprile 2022 dalla società specializzata nella realizzazione di strutture per la logistica Develog 6 Srl.

Il progetto

Questione spinosissima che negli ultimi due anni ha sollevato una miriade di voci contrarie e polemiche: l’intenzione dei proponenti era realizzare il polo logistico su di un’area di 93mila metri quadrati, dei quali 35mila al coperto. Proposta conforme al Piano di governo del territorio, ha riscosso la contrarietà di numerosi enti e comitati (anche nati apposta), oltre che di tre assessori regionali (Agricoltura, Territorio e Ambiente), che duramente si erano espressi contro il progetto.

I no

Proprio dalla Regione è arrivato il primo diniego, determinante tanto quello della Provincia e ora della giunta di Lonato: «L’Amministrazione ha sempre agito nel pieno rispetto delle procedure previste e ha adottato fin da subito una linea di azione che garantisse correttezza nei confronti del privato, che ha avanzato una proposta progettuale, ma che tenesse in considerazione anche tutti gli aspetti cruciali sul tema della salvaguardia dell’ambiente e del territorio in esame – fanno sapere dal municipio –. Adempiendo ai propri compiti, il Comune ha ritenuto opportuno coinvolgere l’Ente superiore, in questo caso Regione Lombardia (sede Territoriale Strutture e Sviluppo del Territorio), al fine di ottenere il parere di competenza sull’adozione della proposta di modifica puntale del Reticolo idrico minore da parte del Consiglio comunale».

E la Regione a suo tempo ha detto «no», posando così la prima pietra tombale sul progetto. La seconda l’ha messa la Provincia dando parere negativo alla valutazione di incidenza, la terza l’ha messa ora il Comune: «L’esito delle verifiche e degli accertamenti da parte degli Enti di competenza ha portato a pareri negativi dei quali la Giunta comunale ha conseguentemente preso atto ed espresso diniego definitivo».

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