Auto storiche e impronte digitali, la Polizia festeggia con la città

Fuori dal Teatro Grande la Polizia ha deciso di rendere la città partecipe al suo 173esimo compleanno.
I mezzi
A catturare l’attenzione tra le molte volanti esposte della Polizia sono state due macchine in particolare che, data la loro età, rendevano perfettamente l’idea di storicità che la manifestazione ha voluto trasmettere. La prima risalente al 1954, un’Alfa Romeo Matta rossa. Dalle scritte presenti sulla carrozzeria si può dedurre che fosse in servizio a Milano. L’auto veniva utilizzata dalla Celere, rinominata in seguito Squadra mobile dopo la riforma del 1981, ovvero i reparti mobili della Polizia italiana specializzati nel mantenimento dell'ordine pubblico e nella gestione di manifestazioni e situazioni di potenziale disordine.

L’altra invece era una Ferrari 250 Gte 2+2 nera, fabbricata nel 1962. La Polizia italiana ha ricevuto solo quest’unico esemplare dalla casa automobilistica di Maranello. L’auto è stata in dotazione alla Questura di Roma dal 63 al 73 ed è la macchina usata dal Maresciallo Armando Spatafora in quegl’anni.

Non erano presenti solamente automobili ma anche motociclette (anch’esse di diversi momenti storici) furgoni, moto d’acqua e una motoslitta.
Stand
Alla manifestazione hanno partecipato tutte le specialità della Polizia di Stato ed alcune di loro avevano dei veri e propri stand per mostrare e far provare ai cittadini tecniche operative e attrezzature investigative. La Stradale offriva un percorso da effettuare con degli appositi occhiali che andava a simulare la guida in stato di ebbrezza, per evidenziarne la pericolosità. Ogni birillo che veniva toccato o abbattuto era, figurativamente, un incidente.

La Scientifica invece ha portato l’attrezzatura che viene utilizzata durante i sopralluoghi sulle scene del crimine e la raccolta delle prove. Era presente materiale fotografico e per le videoriprese, dalle pesantissime macchine fotografiche utilizzate nel passato alle piccole bodycam di oggi. Inoltre era possibile vedere la strumentazione per la repertazione, fondamentale soprattutto in provincia di Brescia perché non vi è un laboratorio scientifico e quindi deve essere spedite altrove rimanendo comunque incontaminate.

C’erano tamponi per l’acquisizione del dna, scatole per contenere i reperti, torce a luce blu in grado di rilevare tracce, polvere magnetica per evidenziare il contatto e molto altro. Lo stand offriva inoltre la possibilità ai cittadini di «farsi prendere» le impronte digitali attraverso l’inchiostro e portarsele a casa come ricordo.

Un’opportunità che grandi e piccoli hanno sfruttato, giocando e riflettendo con gli agenti, rinsaldando così il rapporto tra la città di Brescia e la Polizia.
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