«Delitti bresciani», la puntata sull’omicidio di Romano Fagoni

Il quasi sessantenne fu ucciso nella sua casa di Nuvolento dalla moglie Raffaella Ragnoli, che si è sempre detta esasperata per gli episodi di violenza: per lei è arrivato l’ergastolo
La puntata di Delitti bresciani sull'omicidio di Nuvolento
La puntata di Delitti bresciani sull'omicidio di Nuvolento
AA

Si intitola «L’omicidio registrato da un telefonino» la nuova puntata del podcast «Delitti bresciani», ascoltabile da questa mattina su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme audio, oltre che sull’app del GdB e qui di seguito in questo articolo. La puntata ripercorre la vicenda dell’omicidio di Nuvolento, che ha visto la morte del sessantenne Romano Fagoni ucciso dalla moglie, Raffaella Ragnoli al culmine dell’ennesima lite scoppiata in casa.

Questo caso di cronaca però ha un elemento di assoluta particolarità: quasi tutta la sequenza del delitto è stata registrata dal telefonino della donna, che – come ha dichiarato lei stessa – sempre più spesso accendeva in modalità registrazione per avere traccia delle violenze che subiva.

Secondo quanto è stato ricostruito nel corso del processo Romano Fagoni da tempo beveva parecchio e diventava aggressivo, tanto che la moglie aveva cominciato a temere per la propria incolumità e per quella del figlio più giovane, che ancora viveva in casa con loro. Una abitudine all’alcol che neppure i problemi di salute avuti alla fine del 2022 e le forti raccomandazioni del medico avevano scalfito.

Il delitto

La sera del 28 gennaio 2023 però è stata lei a perdere il controllo. Oltre all’audio registrato dal cellulare, di quella sera, c’è anche un altro testimone: il figlio allora quindicenne della coppia, seduto al tavolo insieme ai genitori. L’altra figlia della coppia, di 26 anni, non viveva più con loro.

Nella vicenda giudiziaria si è provato ad introdurre il tema della legittima difesa, di una reazione di Raffaella Ragnoli alla violenza subita e al timore di una aggressione.

La donna infatti ha sempre dichiarato di sentirsi esasperata dallo stress a causa di quel marito che perdeva spesso le staffe e che la portava a ritenere che il figlio minorenne non fosse al sicuro. Ma la Corte ha valutato diversamente i fatti.

La Procura della Repubblica aveva chiesto 24 anni di carcere ma la sentenza è stata di ergastolo. Una decisione che è stata commentata dalla stessa Raffaella Ragnoli in una lettera inviata al Giornale di Brescia.

La puntata del podcast

Nella puntata del podcast – che si può ascoltare sul sito e sull’app del Giornale di Brescia e sulle principali piattaforme audio, tra cui Spreaker e Spotify – il giornalista Andrea Cittadini ricostruisce la vicenda non solo affidandosi agli atti giudiziari, ma anche attraverso le testimonianze dirette, i video d’archivio dall’emittente Teletutto e la stessa traccia audio registrata da Raffaella Ragnoli. Il montaggio e la postproduzione sono di Matteo Berta.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.