Pochi alunni, la Don Vender verso la chiusura

Stefano Zanotti
Genitori in agitazione per l’ipotesi ventilata da Palazzo Loggia a partire dal 2025. Per ora nessuna decisione definitiva
Via delle Longure. Forse il prossimo sarà  l’ultimo anno della scuola
Via delle Longure. Forse il prossimo sarà l’ultimo anno della scuola
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La scuola elementare Don Vender chiuderà nel 2025 e il prossimo anno sarà quindi l’ultimo per l’istituto di via delle Longure? Una domanda che da ieri è iniziata a circolare prepotentemente. Ad alcuni genitori la notizia è arrivata e, preoccupati, hanno chiamato la nostra redazione per provare ad avere alcuni chiarimenti ed esprimere la loro contrarietà.

Una decisione che, se confermata, potrebbe influire sul percorso scolastico dei loro figli e che porterà già oggi a una protesta fuori dai cancelli. A ridimensionare la questione ci ha pensato l’assessora alle Politiche educative Anna Frattini, che precisa: «Stiamo riprendendo il lavoro per il dimensionamento nell’anno 2025/2026, un progetto che era già stato avviato nel 2022, a fronte anche del calo demografico: un dato importante, dal quale siamo partiti per pianificare».

Nessuna decisione definitiva

Per ora, dunque, non si parla di chiusura e per la decisione definitiva c’è bisogno ancora di tempo, ma soprattutto di dialogo con tutti gli attori. «La proposta dell’Amministrazione arriverà solo alla fine del percorso interlocutorio che abbiamo avviato con i dirigenti scolastici, i consigli di quartiere e i sindacati», conferma Frattini. E precisa: «Abbiamo anche in previsione due assemblee pubbliche: non per comunicare decisioni irrevocabili, ma per dialogare con tutti e raccogliere più informazioni possibili. Al termine dell’interlocuzione ci assumeremo la responsabilità di fare sintesi tra dati, esigenze e istanze. Non prima».

Calo demografico

Il problema non riguarda solo Brescia, perché il processo di diminuzione degli alunni in atto alla Don Vender è comune a moltissime altre realtà. «Sarebbe auspicabile che il ministero scegliesse di approfittare del calo demografico per fare classi meno numerose piuttosto che decidere di risparmiare sull’istruzione: preferisce diminuire il numero delle classi, che diventano così molto affollate e, in alcuni contesti, sono davvero difficili da gestire». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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