Più spazi dentro la città: la richiesta che arriva dagli Stati generali dei giovani di Brescia
Sono state circa 200 le persone che hanno preso parte agli «Stati generali dei giovani». La metà di queste era under 30. A poco meno di un mese di distanza l’assessora alle Politiche giovanili, Anna Frattini, la sindaca Laura Castelletti e il presidente della cooperativa sociale Il Calabrone, Alessandro Augelli, hanno restituito nel corso di una conferenza stampa gli spunti e le idee emerse.
Partecipazione e cura sono le parole chiave emerse dal dialogo tra nuove generazioni e istituzioni nel corso della giornata di condivisione e progettazione partecipata che l’11 maggio scorso ha fatto sedere allo stesso tavolo ragazze, ragazzi, amministratori comunali e realtà del terzo settore per scrivere insieme gli indirizzi che guideranno le scelte politiche e amministrative del futuro.
L’appuntamento è stato anche un’occasione di sintesi del percorso «Verso gli Stati Generali dei Giovani», compiuto dall’Amministrazione comunale nei mesi scorsi per intercettare necessità e attivare una prima serie di azioni concrete a beneficio delle nuove generazioni. Nel corso degli incontri, in dialogo con l’assessora alle Politiche giovanili Anna Frattini, i partecipanti, tutti dai 17 a i 24 anni, hanno manifestato più volte il bisogno di avere più spazi all’interno della città. Per questo il Comune ha inserito nei bandi Emblematici maggiori 2024 di Fondazione Cariplo, all’interno del Piano strategico, una richiesta di finanziamento per poter aprire in città uno spazio informale e aggregativo, che non eroghi servizi specifici (come, invece, fanno il cag, l'Informagiovani, la piastra pendolina) ma nel quale si possa semplicemente stare e incontrarsi.
Altra novità, che riguarda invece le sale studio, è l’adozione di un protocollo, ancora in fase di definizione, con le università per promuovere, far conoscere e connettere le aule studio di Brescia, mettendo in rete le strutture comunali con quelle degli atenei cittadini.
Sicurezza
«Anche sul tema sicurezza si stanno muovendo passi significativi - ha annunciato Frattini -: l’assessorato alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità, in collaborazione con i Centri Antiviolenza del territorio, sta lavorando alla costituzione di una rete di punti viola, luoghi sicuri – bar, ristoranti, discoteche ed esercizi pubblici – abilitati ad accogliere persone, in particolare donne, che di notte possono sentirsi esposte o essere state vittima di minacce, molestie, violenza e stalking». Una rete di safe point «con l’obiettivo di migliorare la percezione di sicurezza in strada e negli spazi pubblici - ha sottolineato Castelletti -. Inoltre l’impegno dell’Amministrazione si concentrerà anche sul potenziamento della comunicazione rivolta a giovani e giovanissimi, per facilitare l’accesso alle informazioni su quanto accade in città e sulle opportunità che sono state pensate per loro».
Nel complesso l’esordio sperimentale del progetto Stati generali dei giovani si è rivelato un’esperienza di dialogo molto efficace: l’11 maggio quasi 200 persone sono state parte attiva dell’iniziativa, partecipando agli inspirational talk della mattina a Palazzo Loggia e ai focus group del pomeriggio al Mo.Ca.
Tra questi, 99 under 30, 76 rappresentanti di cooperative e associazioni, 21 amministratori e amministratrici, funzionarie e funzionari di enti pubblici. Tra gli under 30 tanti gli universitari, molti di loro impegnati nel mondo del volontariato cittadino, nell’associazionismo e nei Consigli di quartiere. «Nel corso dei talk sono state toccate anche le questioni della movida in Carmine e di piazza Vittoria - ha raccontato Augelli -. Diversi ragazzi si sono messi a disposizione per fare gli steward a custodia della città».
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