In piazza San Pietro fedeli in lacrime nel ricordo di papa Francesco

Piazza San Pietro è gremita come sempre avviene il lunedì dell’Angelo. Il ritrovato cielo azzurro rende la giornata più piacevole. Ma, a metà mattina, l’annuncio inatteso del cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa: «Papa Francesco è tornato alla Casa del Padre alle 7.35». La notizia sconvolge tutti, pellegrini e turisti. Ed è come se l’aria festosa di qualche minuto prima fosse immediatamente diventata rarefatta. Anche il cielo si è ingrigito. Le campane della basilica suonano a lutto seguite, gradualmente, dalle campane di tutte le chiese romane. Tutto continua come prima, ma tutto sembra più pesante.
Tuttavia, la macchina organizzativa di questo Giubileo – il secondo che vede la morte di un Papa – è ben rodata. Le forze dell’ordine controllano che non si verifichino disordini. Molta gente è qui da ieri, arrivata da tutto il mondo per sincerarsi sulla salute del Santo Padre. La sua benedizione e il giro tra la folla con la Papamobile avevano fatto ben sperare. E, ora che quella benedizione resterà nella storia come l’ultima di Bergoglio, pur nella tristezza per il tragico evento, resta la gioia per quest’ultimo dono.
Mentre la folla esce dalla basilica, cerco di intercettare qualcuno per chiedere un ricordo del Santo Padre, un pensiero, un’emozione. Alcuni rispondono entusiasti. Questo Papa, venuto dalla fine del mondo li ha conquistati. C’è anche chi ha avuto il privilegio di un figlio battezzato da lui. Non si contano quanti sono stati più volte presenti all’Angelus.
Che fosse a Santa Marta, o sul sagrato della basilica, a fine messa Papa Francesco salutava tutti, uno per uno. Una parola a ognuno, un sorriso agli anziani, un buffetto ai bambini. C’è chi con le lacrime agli occhi, riesce solo a dire: «I suoi buongiorno, buonasera, buon pranzo, l’hanno fatto diventare una persona di famiglia». La commozione è unanime, dagli anziani ai più giovani. Un bambino riprende gli operai mentre preparano le sedie per il funerale. Un altro indica con il dito le finestre chiuse dell’appartamento di Bergoglio. «Gli piaceva così tanto vedere il Santo Padre affacciarsi», dice mamma Francesca.
Suor Beatrice, benedettina francese, sta pregando con in mano il rosario: «Per me era proprio l’uomo della fratellanza, della fraternità. E, in questo momento, un periodo di guerre così violente, poiché lo penso già santo, oso chiedere la sua intercessione per la pace nel mondo». Il settore press è affollato di giornalisti da ogni dove, vaticanisti e non.
Mi imbatto in Andrea Bassanelli, che di solito si occupa di politica. «L’emozione è forte. Ero qui per altri motivi, ma la morte di Bergoglio ha cambiato ovviamente tutte le situazioni. Sono venuto in piazza San Pietro per rendere omaggio a un Papa che ha sicuramente segnato la storia della Chiesa cattolica, con il suo operato e con le sue encicliche, che esortano all’amore universale». Il mio ricordo è legato all’8 gennaio 2015. Andai alla messa a Santa Marta in occasione del mio compleanno. Dissi a Papa Francesco: «Santità, lei è il mio regalo». Mi fece gli auguri e un bellissimo sorriso.
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