Piano di zona 2025/’27, si pensa a un’«Anagrafe delle fragilità»
Dall’emergenza abitativa al sostegno alle famiglie, ai minori e ai più fragili, come anziani e persone senza fissa dimora. Sono questi alcuni dei principali punti su cui si focalizza il Piano di zona 2025/2027 – promosso dall’Assemblea dei sindaci di Brescia e Collebeato in sinergia con molte realtà del territorio, tra cui Ats e Asst –, che sta andando verso l’approvazione.
Nei mesi scorsi c’è stata la revisione del documento. Ora l’Assemblea dei sindaci dovrà approvarlo entro la fine dell’anno, dopodiché toccherà alla Giunta e al Consiglio comunale dei due enti locali metterlo ai voti entro gennaio 2025. Nel frattempo oggi pomeriggio si è tenuta una ulteriore commissione consiliare (la prima, svoltasi lo scorso 11 novembre, ha visto l’illustrazione degli obiettivi sorti con la revisione degli scorsi mesi) nel corso della quale la maggioranza e la minoranza hanno potuto avanzare delle osservazioni e fare domande ai tecnici e all’assessore ai Servizi sociali, Marco Fenaroli.
Gli obiettivi
Tra i numerosi obiettivi inseriti con la revisione del documento, nella macro area che riguarda gli anziani, spunta la creazione di un’«Anagrafe delle fragilità», uno strumento che punta a conoscere in maniera più approfondita le criticità della popolazione con un’età superiore ai 75 anni in modo da intervenire con servizi puntuali. In che modo? Incrociando i dati del settore sociale con quello sanitario. Sempre a proposito di over 65, è prevista entro la metà del 2025 la fine dell’intervento di riqualificazione di 5 alloggi adiacenti al complesso «Bird» di San Polo, dove potranno trovare posto 8 persone seguite da badanti per l’assistenza.
Per quanto riguarda i minori, tra le politiche dedicate ai giovani è previsto lo sviluppo di «DesTEENazione - Desideri in azione», uno spazio multifunzionale che dovrebbe trovare casa a Chiesanuova (Il Comune è in attesa di sapere se sarà beneficiario di un finanziamento ad hoc) per adolescenti tra gli 11 e i 21 anni in cui i ragazzi saranno accompagnati nella crescita.
Nel sociale
Un altro obiettivo a cui il Piano di zona punta è la creazione a Brescia di un Centro di giustizia riparativa: in questo caso per procedere è in attesa dei necessari passaggi regionali e statali. Per le persone senza fissa dimora si mira a realizzare delle stazioni di posta, dove la persona possa ottenere la residenza civica e una identità digitale. Questo servizio sarà erogato nell’edificio situato dietro al Bistrò solidale. Sempre per questa categoria è prevista la riqualificazione della Corridoni a San Bartolomeo: l’obiettivo, in questo caso, è dare alle persone che già non vivono più in strada, un alloggio dove stare in attesa di una sistemazione autonoma.
Nel corso della commissione consiliare la consigliera dell’opposizione Ninì Ferrari (Fratelli d’Italia) ha sottolineato come «nel Piano non si faccia accenno a interventi mirati in favore dei padri separati: una figura che rientra tra le nuove povertà, come dice anche l’ultimo rapporto della Caritas». Le è stato risposto che il Comune già gestisce un servizio di accoglienza dedicato, in collaborazione con un'organizzazione del terzo settore, che ha sede in via Callegari, dove si trovano i padri francescani. «Questo servizio non ha mai avuto, però, grandissime liste d’attesa – è stato sottolineato dalla maggioranza –, contrariamente a quanto accade per le donne vittime di violenza, che sono ancora in numero più elevato rispetto ai posti che abbiamo a disposizione».
Politiche abitative
Quanto alle Politiche abitative, Ferrari ha auspicato l’istituzione di un fondo comunale che garantisca per tutte quelle persone che hanno un lavoro ritenuto precario, ma di fatto sono in grado di pagare il canone. L’assessore Marco Fenaroli ha specificato come «la casa in affitto non se la possa più permettere quasi nessuno a Brescia, non solo i precari: in Camera di Commercio ci sono 130 alloggi disponibili, la maggior parte dei quali a 600 euro mensili per 50 metri quadri». Stando a quanto ha riferito Fenaroli, inoltre, «gli affitti brevi hanno raso al suolo il mercato dell’affitto privato: il quadro è preoccupante e come Amministrazione abbiamo l’obiettivo di rintracciare la maggior parte degli alloggi sfitti per recuperarli, laddove i costi di riqualificazione sono accessibili, e metterli a disposizione anche in sinergia con Aler».
Fenaroli ha poi tenuto a sottolineare come «l’attenzione alla povertà sia uno dei primi argomenti che la Regione ci propone: al contempo, però, mentre prima erano 6.400 le famiglie di Brescia che ricevevano un aiuto economico mensile regionale di diverso valore, ora con l’assegno di inclusione sono solamente 1.600». Tutto questo «in un contesto difficile – ha aggiunto Fenaroli –, che quest’anno ha visto il Comune di Brescia spendere 100mila euro in più per affrontare le povertà presenti sul territorio».
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