Perizia e luogo: sullo stadio Rigamonti è sempre scontro
Il punto di partenza è la cifra: quei 16,8 milioni di euro (con un 10% di oscillazione) attribuiti come valore allo stadio Rigamonti. L’arrivo appare però ancora nebuloso e dopo l’illustrazione della perizia dell’impianto di Mompiano nella seduta della commissione congiunta Lavori pubblici e Bilancio, gli schieramenti in Loggia sono usciti dall’aula del Consiglio comunale con certezze (o dubbi) differenti.
Posizioni
Da una parte c’è la maggioranza, che approva la valutazione dell’impianto di Mompiano e sottolinea ancora una volta la necessità di non cambiare la sede attuale dello stadio; dall’altra, l’opposizione ammette di avere ancora qualche perplessità sulla relazione esposta ieri dal coordinatore nazionale di Praxi (la società che ha svolto il lavoro) Maurizio Negri e continua a porsi domande (e a porle alla Giunta) sul futuro della struttura, che nel 2029 compirà settant’anni e inizierà quindi ad essere vincolata come bene culturale: un elemento non da poco, perché l’arrivo della Soprintendenza al tavolo degli interessati complicherebbe necessariamente tutte le operazioni commerciali.
Dubbi
La perizia riporta un valore dell’area (62.325 mq) di oltre 5 milioni di euro. Un dato che sorprende il leader del centrodestra Fabio Rolfi: «È un terzo della cifra complessivo e mi sembra un po’ esagerato - sottolinea - anche perché è difficile valutare una superficie obbligatoriamente legata a servizi sportivi».
Sui numeri è intervenuto anche Massimiliano Battagliola, capogruppo della Civica Rolfi, che, pur prendendo atto della valutazione, precisa: «Mi metto nei panni di chi vuole compralo. A questa cifra è impensabile, anche perché il Rigamonti non è certo un gioiello».
Punzecchiatura
Dall’altra parte dell’aula la replica è affidata a Fabio Capra (Pd), che apprezza invece la valutazione e chiede a tutti di avere «un approccio laico e non da tifosi», perché «non si può prescindere da documenti molto chiari».
Il consigliere punzecchia anche il presidente del Brescia Calcio Massimo Cellino: «È stato lui ad aprire questa partita a scacchi. La Giunta ha fatto il suo lavoro e lui si chiede se siamo su "Scherzi a parte" (così ha commentato il presidente delle rondinelle l’esito della perizia, ndr)».
Il vero attacco politico arriva da Carlo Andreoli (FdI). «Ancora una volta l’Amministrazione dimostra di non voler far parte della storia di questa città - evidenzia -. Fa riflettere che il Comune viva la questione in forma passiva, distaccandosi dalla squadra».
Non è così per Roberto Omodei, capogruppo del Partito democratico: «Non siamo immobili: continuiamo a sostenere che il percorso vada fatto insieme al Brescia».
A chiudere il confronto ci pensa il vice sindaco Federico Manzoni. «Non siamo così ingenui da inserire lo stadio nel Piano delle alienazioni per avere poi un bando deserto - puntualizza -. L’Amministrazione è attiva e speriamo che questi anni possano essere proficui per trovare un accordo che permetta alla città di fare un salto di qualità».
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