Perché l’8 marzo si festeggia la Giornata internazionale della donna
Ogni anno l’8 marzo si festeggia la Giornata internazionale della donna, più nota come Festa della donna. È un evento che vuole sia ricordare le conquiste sociali, politiche e di emancipazione che le donne hanno ottenuto nel corso dei decenni, sia denunciare le violenze e le discriminazioni che sono ancora costrette a subire. Negli ultimi anni questa seconda connotazione è diventata la principale, con tante manifestazioni organizzate nelle città italiane conosciute come «Lotto marzo», su iniziativa di Non una di meno, il collettivo femminista che anche per oggi ha organizzato uno sciopero a Brescia.
La Giornata internazionale della donna si celebra di tradizione l’8 marzo, ma non è sempre stato così. E anche la consuetudine di regalare le mimose non è propria di tutti i paesi, ma è solo italiana.
Il primo evento a ricevere l’appellativo di Woman’s Day avvenne a febbraio nel 1908 negli Stati Uniti: si trattò di una conferenza del Partito socialista a Chicago durante la quale vennero affrontati temi come lo sfruttamento delle operaie, le discriminazioni sessuali e il diritto di voto. L’iniziativa venne ripetuta anche l’anno successivo, finché nel 1910 a Copenaghen l’Internazionale socialista proclamò ufficialmente la prima Giornata della donna a livello internazionale, a sostegno del movimento che chiedeva il suffragio universale. All’inizio non venne decisa una data fissa e condivisa da tutti i paesi: nel 1911 la Giornata internazionale della donna si celebrò per la prima volta in Germania, Austria, Danimarca e Svizzera il 19 marzo.
La prima volta fu celebrata l’8 marzo nel 1914: le donne protestavano contro la Prima guerra mondiale e rivendicavano i propri diritti. Nel 1917 le donne russe scelsero l’ultima domenica di febbraio per proclamare uno sciopero chiedendo la fine del conflitto: quattro giorni dopo lo zar abdicò e il governo provvisorio concesse il diritto di voto alle donne. Secondo il calendario giuliano usato in quell’epoca in Russia era il 23 febbraio.
Per avere un riconoscimento delle Nazioni Unite bisogna aspettare il 1975. Due anni dopo l’Assemblea generale dell’Onu propose a ogni Paese di dichiarare un unico giorno dell’anno come Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale. L'8 marzo, che già veniva festeggiato in numerosi Paesi, fu scelto così come la data ufficiale.
La falsa leggenda dell’incendio in fabbrica
Circola ancora oggi una leggenda metropolitana che sarebbe legata all’origine della Giornata internazionale della donna. Viene attribuita a un incendio di una fabbrica avvenuto nel 1908 a New York, in cui sarebbero morte centinaia di operaie. Secondo diversi storici però, si sarebbe creata una sovrapposizione con un rogo scoppiato il 25 marzo 1911: si trattò di un gravissimo incidente industriale in cui morirono 146 persone, di cui 123 donne.
Perché in Italia si regalano le mimose
È l'8 marzo 1946 quando appare per la prima volta la mimosa. In Italia infatti la Giornata internazionale della donna si iniziò a celebrare solo nel Secondo dopoguerra su iniziativa del Partito Comunista Italiano e dell’Unione delle Donne in Italia (UDI). Pare che all’inizio si pensasse come fiore per la celebrazione alla violetta, che rappresentava la sinistra europea. Ma le donne dell’UDI non erano d’accordo perché la violetta era difficile da trovare in quel periodo ed era molto costosa. Tra loro c’era Teresa Mattei, ex partigiana che negli anni successivi avrebbe continuato a battersi per i diritti delle donne. Insieme a Rita Montagnana e Teresa Noce, Mattei propose un fiore più economico e che fioriva in quel periodo: nacque così l’idea della mimosa.
In un’intervista Mattei spiegò così la scelta: «La mimosa era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette. Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente». L’idea della mimosa ebbe successo quando la Festa della donna divenne popolare negli anni Settanta. Mattei, morta nel 2013 a 92 anni, disse ancora: «Quando nel giorno della Festa della donna vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano».
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