Da Brescia alla Calabria per dire no a guerra e violenze

«Per… corri la pace», organizzato dalle Acli provinciali e dall’Us Acli Brescia, è alla sua quattordicesima edizione: 112 partecipanti e un itinerario di 560 chilometri, da percorrere in bici o di corsa, per promuovere i valori della pace
Da sinistra, don Fabio Corazzina, Emilio Loda e Andrea Franchini - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra, don Fabio Corazzina, Emilio Loda e Andrea Franchini - © www.giornaledibrescia.it
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In un contesto storico in cui la guerra, per dirla alla don Fabio Corazzina, «è diventata sistema», promuovere i valori della pace e della non violenza assume un significato ancor più preminente. Don Fabio è uno degli storici organizzatori di «Per… corri la pace», giunto quest’anno alla sua quattordicesima edizione.

La storia

Il progetto nasce nel 2011, in occasione del cinquantesimo anniversario della Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli Perugia-Assisi. «Da lì è partito tutto» racconta Andrea Franchini della segreteria provinciale delle Acli, promotrici dell’iniziativa insieme all’Unione Sportiva Acli di Brescia.

«Tornati da Assisi, decidemmo di dare vita a un progetto di educazione alla pace, che portasse i partecipanti a percorrere le strade d’Europa in bici o di corsa, in nome di questi valori». Da allora, la «carovana» ha macinato migliaia di chilometri in giro per il continente: «Siamo stati al Cern di Ginevra e alla sede dell’Unhcr, a Sarajevo in occasione dei vent’anni dalla fine della guerra dei Balcani… cerchiamo di scegliere luoghi significativi».

Una macchina che, una volta messa in moto, non si è mai fermata: «Nemmeno durante il Covid - sottolinea Franchini -. Nel 2020 scegliemmo Brescia-Bergamo come itinerario, toccando i luoghi più colpiti dalla pandemia».

La nuova edizione

La meta scelta per quest’anno è la Calabria. Dall’11 al 15 settembre i 112 partecipanti - 84 ciclisti, 10 runner e 18 accompagnatori - attraverseranno 81 comuni: un itinerario di 560 chilometri, con 7.750 metri di dislivello.

Emilio Loda, presidente dell’Us Acli, lo definisce un percorso «umano e spirituale»: «I partecipanti vivono a stretto contatto per una settimana, nella fatica e nella condivisione. E poi attraversiamo e ci immergiamo in luoghi stupendi: di qui la componente spirituale».

La vera scommessa riguarda però il progetto rivolto alle scuole. L’ultima tappa, lo scorso maggio, è stata la Sicilia: «Abbiamo ricordato le stragi di Capaci e di via D’Amelio, gli omicidi di don Pino Puglisi, Peppino Impastato, Carlo Alberto Dalla Chiesa» spiega Franchini.

I ragazzi di Per...corri la pace davanti al palazzo dell'Onu a Vienna - Foto © www.giornaledibrescia.it
I ragazzi di Per...corri la pace davanti al palazzo dell'Onu a Vienna - Foto © www.giornaledibrescia.it

La prossima primavera, se la logistica lo consentirà, verrà riproposta la Calabria anche per i ragazzi: «Lo decideremo al rientro, dopo aver valutato in prima persona il percorso. A ottobre lanceremo le prime proposte alle scuole».

Il percorso

A scandire il ritmo dell’itinerario saranno gli incontri organizzati dalle Acli nella cinque giorni calabrese. Come quello con don Giacomo Panizza, sacerdote bresciano minacciato dalla ‘ndrangheta, e la sua «Comunità Progetto Sud», impegnata nella promozione di politiche di inclusione e nel contrasto alle mafie.

«Uno dei temi che vogliamo andare a toccare - spiega don Corazzina - è proprio quello del rapporto tra la Chiesa e la criminalità organizzata. In quel territorio c’è la ‘ndrangheta, ma c’è anche la massoneria. Due poteri che lo stritolano».

Don Giacomo Panizza col presidente Mattarella - © www.giornaledibrescia.it
Don Giacomo Panizza col presidente Mattarella - © www.giornaledibrescia.it

L’altro «filone» riguarda l’accoglienza: «La Calabria è punto d’approdo di tanti disperati che arrivano nel nostro Paese via mare». «Per… corri la pace» incontrerà Mimmo Lucano, fautore del «modello Riace», di cui è stato rieletto sindaco dopo l’assoluzione in appello dai capi d’accusa per i quali l’aveva condannato il Tirbunale di Locri, e sosterà sulla spiaggia di Steccato di Cutro, dove nella notte tra il 26 e il 27 febbraio del 2023 persero la vita a poche decine di metri dalla costa 94 persone, di cui 34 minori.

I primi mezzi, con gli accompagnatori e le biciclette che verranno impiegate per percorrere il tragitto, sono partiti per la Calabria già in mattinata. I preparativi fervono, ma lo sguardo è rivolto anche al futuro: «Abbiamo già scelto la meta per il 2025: sarà Gorizia, proclamata Capitale europea della cultura per quell’anno».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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