Attaccato da uno squalo nel Mar Rosso, il racconto di Peppino Fappani

Francesco Venturini
L’odontotecnico di 69 anni, molto conosciuto anche a Orzinuovi, era rimasto ferito lo scorso 29 dicembre durante l’incidente che è costato la vita ad un 48enne romano. Stamattina a Soncino ha voluto fornire la sua versione dei fatti
  • Attaccato dallo squalo, Giuseppe Fappani in conferenza stampa
    Attaccato dallo squalo, Giuseppe Fappani in conferenza stampa - © www.giornaledibrescia.it
  • Attaccato dallo squalo, Giuseppe Fappani in conferenza stampa
    Attaccato dallo squalo, Giuseppe Fappani in conferenza stampa - © www.giornaledibrescia.it
  • Attaccato dallo squalo, Giuseppe Fappani in conferenza stampa
    Attaccato dallo squalo, Giuseppe Fappani in conferenza stampa - © www.giornaledibrescia.it
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Si è tenuta questa mattina nella sala della giunta del Municipio di Soncino, la conferenza stampa di Peppino Fappani, l’odontotecnico residente nel comune cremonese, ma molto conosciuto anche nella Bassa bresciana, rimasto ferito in un attacco di uno squalo nel Mar Rosso lo scorso 29 dicembre e rientrato in Italia il 2 gennaio.

Secondo il racconto di Fappani, l’aggressione sarebbe stata opera di uno squalo tigre, sebbene i locali abbiano indicato un possibile squalo mako, lungo circa due metri e mezzo. Accompagnato dalla moglie Laura Valcarenghi, da anni insegnante alla scuola primaria dell’Istituto Comprensivo orceano, dai figli Marco e Cristina, e dal sindaco di Soncino, Gabriele Gallina, Fappani ha ricostruito l’incidente avvenuto durante un’escursione che è costata la vita al quarantottenne romano Gianluca Di Gioia.

Il racconto

«È stata una brutta avventura, fortunatamente finita bene – ha dichiarato –. Sono vicino alla famiglia di Gianluca, che sta vivendo un dramma. Al loro posto ora poteva esserci anche la mia famiglia. È andata bene, e ho avuto fortuna a essere qui oggi a raccontarla».

Nel suo racconto, Fappani ha sollevato dubbi sulle condizioni di sicurezza dell’area: «Siamo stati accusati dalle autorità locali di trovarci in acque profonde, ma che senso ha fare snorkeling dove la visibilità è limitata? Il resort avrebbe dovuto installare reti anti-squalo, ma queste reti non c’erano. Quella mattina, come sempre, sono sceso in acqua restando nella zona balneabile. Giunto vicino alle boe, ho sentito le urla di Gianluca, che preciso, non conoscevo, e di sua moglie, che nuotava verso il pontile. Gianluca gridava: “Aiuto, non ce la faccio più”. Mi sono avvicinato a lui tre o quattro metri e lì è successo tutto».

Il Mar Rosso a Marsa Alam - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il Mar Rosso a Marsa Alam - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Gli attacchi dello squalo

Fappani ha poi descritto il drammatico scontro con lo squalo: «Ho subìto tre attacchi. Durante il primo, sono riuscito a infilargli un dito nell’occhio. Nel secondo, mi ha preso la gamba sinistra, ma sono riuscito ad avvicinarlo a me con la mano. La lotta è durata tre o quattro minuti, fino all’arrivo dei soccorsi. Nel tentativo di farmi salire sul gommone, lo squalo mi ha attaccato di nuovo, questa volta alla gamba destra. Solo quando i soccorritori sono riusciti a colpirlo e a farlo desistere, l’incubo è finito». L’odontotecnico ha ricordato anche lo smarrimento di quei momenti: «Faticavo a respirare e a realizzare cosa fosse successo. Quando ho visto Gianluca sul gommone, ho capito subito che le sue condizioni erano disperate».

Fappani ha poi ringraziato chi lo ha aiutato: «Non è colpa nostra se l’area non era sicura. Qualcuno non ha rispettato le regole. Voglio esprimere la mia gratitudine ai soccorritori, allo staff del tour operator, ai medici egiziani e a quelli dell’ospedale di Manerbio, che hanno confermato l’ottimo lavoro fatto sul posto. Un grazie speciale va anche ai soncinesi e al sindaco Gabriele Gallina per il sostegno e la vicinanza alla mia famiglia».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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