Pedopornografia, l’insegnante bresciano chiede il rito abbreviato

Si è aperta l’udienza preliminare a carico dell’uomo arrestato lo scorso giugno dopo che, sulla base della denuncia dei genitori di una 16enne, gli investigatori avevano trovato materiale esplicito nel suo telefono
Il tribunale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Si è aperta ieri mattina l’udienza preliminare a carico del 40enne bresciano, insegnante di religione in una scuola superiore della città e avvocato, che era stato arrestato lo scorso giugno con l’accusa di pedopornografia, reati commessi nella sua veste di insegnate, dopo che, sulla base della denuncia dei genitori di una studentessa di 16 anni, gli investigatori della Mobile avevano trovato nel suo telefono messaggi inequivocabili e materiale esplicito.

Non solo. Nel corso della perquisizione i poliziotti avevano scoperto anche che l’uomo era iscritto a canali Telegram in cui venivano scambiate foto pedopornografiche. Proprio l’esito della perquisizione aveva fatto scattare l’arresto in flagranza. Il 40enne aveva poi ottenuto gli arresti domiciliari, regime al quale è rimasto sottoposto fino alla fine del 2024.

Nell’udienza di ieri mattina, davanti al Gup Matteo Grimaldi, gli avvocati che lo assistono Giovanni Frattini e Domenico Servillo hanno chiesto l’accesso al rito abbreviato condizionato all’ammissione di 25 diverse produzioni, migliaia di pagine di documenti, tra cui le testimonianze dei colleghi. Si torna in aula il 25 febbraio quando il Gup deciderà sull’accesso al rito. La studentessa della prima denuncia e i genitori si sono costituiti parte civile.

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