Pd: «A Brescia gli asili nido coprono il 45% del fabbisogno»
Con la rete dei nidi – tra comunali, privati convenzionati e privati – Brescia copre il 45% del fabbisogno della fascia 0-3 anni. «Siamo sopra la media nazionale che è del 28%», dicono i consiglieri del Pd in Loggia, sintetizzando i servizi per l’infanzia del Comune. «Certo, bisogna ovviamente fare ancora di più», dicono, rivendicando un modello «che non è quello dei bonus, spesso proposto dalla minoranza, ma quello basato sui servizi, secondo noi il più funzionale al sostegno alla natalità».
Le risorse
«I servizi per l’infanzia e la ristorazione sono nel bilancio la voce in cui a livello individuale, quindi dei singoli, il Comune mette più risorse, ad esempio per coprire parte delle rette», ricorda il capogruppo Roberto Omodei.
Pietro Ghetti rammenta che i nidi offrono anche «il servizio del tempo anticipato e posticipato» e cita «i Tempi famiglia, le sezioni primavera (che il Comune ha aumentato di 80 posti), la possibilità del tempo prolungato per le scuole dell’infanzia, i centri estivi in convenzione con le associazioni del Terzo settore e la Fism, l’apertura dei nidi prolungata fino ad agosto, l’assistenza psicologica per le famiglie e quella per i ragazzi con sportelli nelle scuole».
Numeri e denatalità
Nonostante il numero di bimbi diminuisca, a seguito della denatalità, «la richiesta di servizi per l’infanzia è molto alta – spiega la consigliera Daniela Del Ciello –. La nostra città offre un pacchetto di servizi in evoluzione alle coppie che vogliono allargare la famiglia. L’Europa chiede di arrivare al 45% di copertura del fabbisogno per i nidi e noi abbiamo già raggiunto questa soglia, anche se naturalmente bisogna lavorare per fare ancora di più».
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