Patto per il digitale a Brescia: corsi per disoccupati, donne e Neet
Anche nel Bresciano sono le donne a trovare con più fatica il lavoro (o a ricollocarsi). E sono ancora tante quelle con figli – oltre il 75% diplomate o laureate – che nel primo anno di vita del bambino devono lasciare l’impiego perché difficilmente conciliabile con la cura dei bimbi.
I dati
A dirlo sono i dati dell’Osservatorio del mercato del lavoro provinciale, illustrati alla presentazione in Broletto del Patto territoriale multisettore per lo sviluppo delle competenze digitali, uno dei trenta attivati dalla Regione in tutta la Lombardia e finanziati nell’ambito del Programma regionale della Politica di Coesione 2021-2027, come ha ricordato l’assessora regionale alla Formazione e al Lavoro Simona Tironi. Il Patto bresciano è finanziato con 300mila euro e cofinanziato dal Fondo sociale europeo plus e dai partner.
Capofila è la Provincia di Brescia che ha al suo fianco associazioni datoriali e di categoria, sindacati, enti di formazione, di ricerca e innovazione e servizi al lavoro accreditati dalla Regione, oltre a una rete di supporto. L’obiettivo è rispondere alla crescente richiesta di profili digitali specialistici: oltre il 50% delle imprese italiane ha infatti difficoltà a reperire lavoratori con competenze digitali.
Percorsi gratuiti per la formazione digitale
Fino ad aprile 2026 si attiveranno percorsi gratuiti per formare due figure, l’analista di dati e lo specialista in digital and social media marketing.
I corsi, organizzati da Isfor, Fondazione Aib e Csmt, sono rivolti a disoccupati, lavoratori a rischio povertà, in cassa integrazione o a rischio licenziamento, tra i 18 e i 64 anni. Particolare attenzione è rivolta alle donne con carichi di cura e ai Neet, i giovani che non studiano o non lavorano.
Il percorso prevede un tirocinio in azienda e il supporto per l’orientamento e l’inserimento lavorativo.
La situazione femminile
Le donne, ancor più se con figli, e i giovani inattivi, sono dunque la parte fragile del mercato del lavoro, ha confermato Barbara Lodi Rizzini del Coordinamento dei servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro del Broletto.
Alla data del 2 settembre, gli iscritti ai Centri per l’impiego del Bresciano erano 145.020 mila, un dato però sovrastimato, si precisa, per effetto delle mancate cancellazioni negli anni delle persone che non sono più alla ricerca attiva del lavoro. Di questi il 54% sono donne.
La maggioranza degli avviamenti al lavoro, in particolare full time, è di uomini, mentre il part-time è accettato per la maggior parte da donne.
Dall’1 gennaio 2019 al 30 giugno 2024 le dimissioni di madri lavoratrici nel periodo protetto, ovvero fino all’anno del bambino, sono state 3943, solo 285 di uomini. Nei primi sei mesi di quest’anno sono state rispettivamente 551 e 87, in aumento in proiezione rispetto al 2023.
«La disoccupazione è in diminuzione, ma ci sono ancora criticità nel nostro sistema», ha sottolineato Fabio De Marco, dirigente del Settore Lavoro e servizi per l’impiego.
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