Patto intervallivo perché il Gaver diventi «di tutti» e possa rinascere

Da «terra di nessuno» a «terra di tutti». L’avevano promesso all’indomani della notte di maltempo che a fine luglio aveva stravolto l’estremo nord della Piana del Gaver: «faremo qualcosa di concreto. Presto. Lo faremo insieme».
E intendono mantenerlo. Tutt’altro che scontato e facile, viste le premesse di questa zona relegata a «confine dell’impero». Anzi. Due «imperi»: gravita su Bagolino (bagossi sono gli operatori turisti ed economici che la abitano) senza però farne parte, essendo dal punto di vista amministrativo nel Comune di Breno, dal quale però è fisicamente separata 8 mesi l’anno per l’impraticabilità del Passo di Crocedomini.
Un paradosso con dirette conseguenze su rappresentanza, interventi e destinazione di risorse. A chi tocca? A Breno, che non ha un solo cittadino residente in zona o a Bagolino, che dovrebbe investire «fuori casa» senza averne titolo?

L’incontro
Al tavolo della Locanda Gaver la tessitura della tela capace di guardare al di là e al di qua del Crocedomini: una conviviale che ha tutte le premesse di diventare storica.
Presenti il sindaco di Breno Alessandro Panteghini con il consigliere Luigi Ducoli delegato al Gaver; la sindaca di Bagolino Claudia Carè e i due presidenti di Comunità montana: Sandro Bonomelli per la Valcamonica (pronto a cedere il testimone della guida dell’Ente ma non ad abbandonare la scommessa di una soluzione programmatica intervalliva per il Gaver) e Giovanmaria Flocchini per la Comunità montana di Valle Sabbia.
Nel piatto l’intenzione di predisporre un accordo di programma a quattro per studiare un Piano di sviluppo dell’area, al di là dei confini amministrativi e con la volontà di interloquire compatti con gli Enti superiori (Provincia e Regione) senza dimenticare il Parco dell’Adamello.
La strategia è: superare l’anomalia e i relativi blocchi burocratici con una pianificazione unitaria. Insieme si conta di più: è stato così nel post emergenza («la Regione ha ben compreso il paradosso del Gaver e ci sta sostenendo») e si spera altrettanto nella pianificazione di sviluppo futuro. Il tempo corre: prossimo appuntamento entro fine ottobre, prima che il Crocedomini chiuda e che per collegare il Gaver con il suo municipio siano necessarie 3 ore di strada.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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