Parte la raccolta firme per una petizione sulla sanità pubblica
Brescia si attiva per l’iniziativa «La Lombardia SiCura». Anche nel nostro territorio, infatti, il primo marzo partirà la raccolta firme (con termine fine aprile) a sostegno della petizione che sarà presentata in Regione con lo scopo di arrivare ad un referendum per la sanità pubblica.
Una grande coalizione per «una battaglia che parte da lontano – ricorda il segretario generale della Cgil Francesco Bertoli –: non ci siamo fermati quando la maggioranza in Consiglio regionale ha dichiarato inammissibile il referendum e non lo faremo nemmeno se il 16 marzo il tribunale di Milano si pronuncerà in maniera negativa sul ricorso che è stato fatto».
La petizione è strutturata su cinque punti chiave, come spiega Donatella Albini della segreteria nazionale di Sinistra italiana: «Vogliamo che ci sia un centro unico di prenotazione che dovrà disporre delle agende di tutte le strutture pubbliche e private; devono essere abbattute le liste d’attesa e dev’essere interrotta temporaneamente l’intramoenia nelle strutture sanitarie che non rispettano i tempi d’attesa relative alle classi di priorità; proponiamo la soppressione dei medici a gettone e il miglioramento dei servizi agli anziani con i costi sanitari tutti a carico della Regione; e infine sono essenziali la diffusione e il potenziamento dei servizi territoriali, che devono essere dotati delle risorse necessarie».
Si potrà firmare fisicamente, ma anche in maniera digitale su Change.org. Per le informazioni si può consultare il sito, inviare richieste a info@lalombardiasicura.it e visitare le pagine social del comitato.
Tra i promotori e gli aderenti esterni, sono molti i soggetti che hanno deciso di spalleggiare l’iniziativa. Antonino Cimino di Medicina democratica ha sottolineato «l’importanza di ridare la parola ai cittadini lombardi, per evitare la svendita della sanità ai privati», concetto ripreso anche dal segretario provinciale del Pd Michele Zanardi: «è fondamentale creare una coalizione che aiuti i cittadini a non subire più le scelte prese dalla Regione».
Luciano Corda, medico del Civile e rappresentate del Partito socialista parla di un «movimento unitario di sinistra con la democrazia dalla base», mentre il segretario provinciale di Rifondazione comunista Fiorenzo Bertocchi si allaccia all’autonomia differenziata: «Esistono limiti, carenze e storture in questo progetto: dobbiamo interrompere il processo di sostituzione del pubblico con il privato».
Critiche al sistema anche da parte del segretario provinciale del Movimento 5 stelle Dino Alberti, attento nello specificare la differenza tra pubblico e privato: «Il primo è un servizio che deve garantire la salute, il secondo ha come primo obiettivo il profitto». Per Alberto Marino, responsabile regionale Sanita del Partito comunista italiano si tratta «di una vera e propria guerra, non di una semplice battaglia, che se non vinciamo rischia di affossare tutta l’Italia».
Il gruppo di «La Lombardia SiCura Brescia» suggerisce inoltre ai consiglieri comunali di presentare nei vari Consigli una mozione «inerente proposte per interventi urgenti nei confronti del Servizio sanitario regionale». Una bozza è già stata creata dallo stesso comitato perché – come precisa Cesare Giovanardi di Europa Verde – «i sindaci sono già immersi nel tema e i loro pareri sono importanti: l’iniziativa nasce all’interno dei Comuni».
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