«Funerale semplice, emozionante: papa Francesco se lo meritava»

Così il sacerdote bresciano don Claudio Zanardini, che accompagna come guida spirituale i fedeli della Diocesi di Brescia in pellegrinaggio a Roma
I bresciani a Roma con don Zanardini - © www.giornaledibrescia.it
I bresciani a Roma con don Zanardini - © www.giornaledibrescia.it
AA

Ha parlato a caldo, ancora commosso dalle esequie di papa Francesco, a cui ha assistito al fianco di centinaia di bresciani accorsi a Roma. Don Claudio Zanardini, guida spirituale che accompagna i fedeli della Diocesi di Brescia, restituisce l’emozione appena vissuta.

«Papa Francesco ha avuto quello che si meritava e quello che mi ha fatto piacere è stato vedere tantissima gente e anche tantissimi sacerdoti. I cardinali era d'obbligo che ci fossero, i vescovi in buona parte anche, ma la presenza dei sacerdoti e dei fedeli non era così scontata».

  • I bresciani in piazza san Pietro per i funerali di papa Francesco - © www.giornaledibrescia.it
  • I bresciani in piazza san Pietro per i funerali di papa Francesco - © www.giornaledibrescia.it
  • I bresciani in piazza san Pietro per i funerali di papa Francesco - © www.giornaledibrescia.it
  • I bresciani in piazza san Pietro per i funerali di papa Francesco - © www.giornaledibrescia.it
  • I bresciani in piazza san Pietro per i funerali di papa Francesco - © www.giornaledibrescia.it

Cosa significa? «Vuol dire che è un papa che ha raggiunto davvero il cuore di molte persone quindi l'emozione è stata davvero grande». Una cerimonia sobria nell'insieme: «Proprio come la voleva lui: è stata una Messa con una conclusione molto coinvolgente, anche grazie ai canti in latino e greco di suffragio per la sepoltura. Direi quasi elegante».

Un funerale talmente sentito e partecipato che «è corso via senza che ce ne rendessimo conto».

Il ricordo

Il bresciano don Claudio Zanardini - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il bresciano don Claudio Zanardini - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Che ricordo personale ha di Francesco? «Ho avuto modo di incontrarlo personalmente sei o sette volte, nelle due occasioni della beatificazione e canonizzazione di Paolo VI, nell'anno della misericordia e in altre circostanze. È sempre stato un momento molto emozionante perché non era un semplice stringere la mano: lui faceva delle domande, si interessava a te, voleva sapere ecco da dove venivi, chi eri, cosa facevi».

E ancora: «Ricordo che nell'anno della misericordia eravamo quattro o cinque preti di Brescia, presente il vescovo Luciano Monari. A un certo punto si ferma e ci dice: "Ecco, più che i vescovi io ammiro i parroci, i preti, perché i preti conoscono le famiglie, conoscono anche il nome dei cani delle famiglie. Quando il prete si dedica alle persone e che quindi crea davvero una relazione profonda". Un papa che ci lascia in eredità davvero la frase slogan che il pastore sa sentire l'odore delle pecore. Lui è stato il primo che ha portato con sé questo odore».

L’omelia di Re

Cosa ne pensa dell’omelia del cardinale bresciano Giovanni Battista Re? «È stata molto bella: ha fatto una bellissima sintesi del suo magistero ma non in maniera arida o sterile. Si sentiva che era anche partecipata da lui. La chiusura con l'invito alla speranza è stato straordinario».

Re dà inizio alla celebrazione - Foto Vatican News
Re dà inizio alla celebrazione - Foto Vatican News

E sottolinea: «Molto commovente quando alla fine dice che lui chiedeva sempre "per favore ricordatevi di me nella preghiera" e il cardinale ha detto "adesso tu ricordati della tua Chiesa nella preghiera"». Che papa serve alla chiesa oggi? «Per il mio sentire e la mia sensibilità sicuramente con una personalità diversa, perché non sia uguale ma comunque in linea con papa Francesco».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.