CronacaBassa

Castello di Padernello, sequestrata l’area del parcheggio

A mettere i sigilli i carabinieri forestali di Brescia. Si tratta di un terreno di circa mille metri quadrati dove sarebbero state depositate 950 tonnellate di materiali inerti senza i permessi necessari. Il presidente della Fondazione: «Un equivoco»
I carabineri forestali a Padernello per il sequestro
I carabineri forestali a Padernello per il sequestro
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Un’area di circa mille metri quadrati, che avrebbe dovuto essere adibita a parcheggio – all’interno del complesso del Castello di Padernello e nota come «Lama del Castello» – è stata posta sotto sequestro dai carabinieri forestali di Brescia. Secondo l’ipotesi investigativa, per la realizzazione del parcheggio, sarebbero state depositate 950 tonnellate di materiali inerti senza che ci fossero i necessari permessi e senza il via libera della Soprintendenza.

Le ragioni

Interdetto l'accesso all'area della Lama del Castello
Interdetto l'accesso all'area della Lama del Castello

Il sequestro si è reso necessario, spiegano i carabinieri, perché «il gestore dell’area, le cui eventuali responsabilità penali dovranno essere valutate in sede processuale alla luce del principio della presunzione d’innocenza, oltre ad essere sprovvisto dei necessari titoli abilitativi per la realizzazione dell’opera, non si sarebbe ancora attivato al fine di ripristinare lo stato dei luoghi nonostante i provvedimenti nel frattempo emanati in tal senso dalle autorità preposte».

La posizione di Domenico Pedroni

Sulla questione si è subito registrata la presa di posizione del presidente della Fondazione Castello di Padernello Domenico Pedroni. «Per prima cosa vorrei precisare che non si tratta di un parcheggio, ma di una strada trattorile che abbiamo rinforzato per passare con i mezzi da cantiere in vista dei lavori alla scuderia, che purtroppo sta crollando».

Per Pedroni «si tratta con tutta probabilità di un equivoco, perché il soprintendente, durante un sopralluogo, ci ha detto a voce che avremmo potuto sistemare la stradina per far partire i lavori. Infatti abbiamo una pec della Soprintendenza del 9 dicembre che ci spiega che il materiale che abbiamo messo non crea danno e non ne crea e che dovremo toglierlo quando avremo finito i lavori. Naturalmente anche il lavoro di rimozione del fondo della strada è soggetto ai vincoli monumentali e quindi abbiamo già presentato il progetto che è stato approvato. Appena ci danno il via libera noi procediamo».

Il terreno al centro della vicenda «lo abbiamo acquistato nel 2023 perché originariamente faceva parte del fondo del castello. Ci realizzeremo un parco che avrà comunque i suoi sentieri e per cui ci serve una via di accesso per la manutenzione del verde».
Resta una amara considerazione: «Siamo un gruppo che da oltre 20 anni si occupa di valorizzare un bene storico e siamo stati sbattuti in piazza per un equivoco su dei materiali che non creano nessun danno».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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