Ospedale Desenzano, accolte «con cauto favore» le parole di Bertolaso

Si taglia un nastro, si riapre un fronte. La visita dell’assessore regionale Guido Bertolaso a Desenzano, in occasione dell’inaugurazione del nuovo centro sociosanitario intitolato «Damiana Abrami», è stata anche l’occasione per tornare a parlare del futuro dell’ospedale Montecroce. Le sue parole hanno riacceso il dibattito.
«Abbiamo predisposto l’accordo di programma – ha dichiarato Bertolaso – e dopo Pasqua torneremo con il presidente Fontana per la firma ufficiale. Il tavolo tecnico, con il supporto del Politecnico di Milano, valuterà tutte le ipotesi, compresa la ristrutturazione. Entro l’estate vogliamo arrivare a una soluzione condivisa, senza condizionamenti esterni».
Richieste
Un passaggio che non è sfuggito al Comitato «Manteniamo l’Ospedale di Desenzano sul Montecroce», che da tempo chiede un confronto trasparente e uno studio comparativo. «Non abbiamo mai imposto nulla – osservano – ma posto domande basate su dati e analisi». E pur accogliendo con favore l’apertura alla ristrutturazione, il Comitato segnala anche il silenzio istituzionale che sta accompagnando il dibattito.
Dopo due solleciti senza risposta alla presidente dell’Assemblea dei sindaci, Luisa Lavelli, il gruppo si è rivolto al difensore civico della Lombardia, richiamando l’obbligo – previsto dal regolamento – di convocare almeno un incontro pubblico annuale. Una richiesta è stata inviata anche al direttore generale di Asst Garda, perché garantisca trasparenza e corretto funzionamento degli organismi territoriali.
Sostegno
Anche il Tavolo politico, che riunisce forze civiche e partitiche di opposizione, ha accolto «con cauto favore» le parole dell’assessore regionale. Apprezzata l’apertura a più opzioni, restano però le perplessità sull’ipotesi della «buca» – ancora formalmente in campo – e su un possibile spostamento fuori dal territorio comunale.
Resta invece il sostegno a una proposta già emersa: costruire una nuova ala sull’attuale parcheggio dei dipendenti, mantenendo le parti riqualificabili. Una soluzione che, secondo il Tavolo politico, eviterebbe nuovo consumo di suolo e consentirebbe ad Asst di intervenire senza dover acquisire altri terreni.
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